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"Il no a Mattarella? Perché non lo metto in croce": Panatta, parole pesanti su Sinner

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Niente da fare, ogni “no” di Jannik Sinner è in grado di far discutere le persone. Jannik lo aveva detto prima delle Olimpiadi di Tokyo, per rimanere ad allenarsi in casa, poi lo aveva fatto con Sanremo (rifiutando l’invito dell’ex Rai Amadeus) e, pochi giorni fa, ha detto “nein” all’invito di presenziare al Quirinale dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un “no” al Capo dello Stato che ha lasciato qualche scoria. Jannik non è andato a Roma per festeggiare il trionfo degli Australian Open assieme al resto della squadra italiana di Coppa Davis e alle ragazze della Billie Jean King Cup. La giustificazione alla sua assenza è dovuta alla necessità di riposo su consiglio dei medici. Una presa di posizione, però, criticata da una parte di appassionati e non.

Le immagini di un Sinner a casa, in Val Pusteria, mentre scia assieme agli amici, concedendo alcuni autografi ai bambini, ha scatenato le polemiche. Ci si è chiesti a questo punto se l’impegno da Mattarella fosse così insostenibile. A valutare la situazione è stato tra i tanti anche Adriano Panatta, nel corso dell’ultima puntata della Domenica Sportiva, in onda su Rai 2 HD. “Sinceramente io sarei andato — le parole di Panatta — Tuttavia, io credo che questa scelta si motivi anche per una gestione da parte sua e del proprio staff che tende a conservarlo dentro una specie di bolla e in cui ci sono delle priorità, come il recupero dagli impegni in Australia”. 

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E ancora: “Evidentemente, tra le sue priorità, ci sono allenamenti, riposo e andare a sciare in Val Pusteria insieme ai bambini piuttosto che andare da Mattarella — ha concluso l’ex campione dei Roland Garros 1976 — A mio parere è un errore, però questo è accaduto. Certo, c’è da dire che pure l’anno scorso la squadra era presente al Quirinale e lui c’era. Non è che ogni volta che si vince si può andare dal presidente della Repubblica. Per cui, io non lo metterei in croce per questo”.

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