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Il nuovo volto dei 5 stelle

2 giorni fa 1
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Manca solo il vecchio slogan Anni ’70 del Movimento studentesco: «Buttiamo a mare le basi americane». Per il resto c’è tutto lo storico, e superato impianto di politica estera (con forti ricadute sull’interno) del Pci pre-Berlinguer o della Rifondazione comunista nata dopo la Bolognina e il cambio del nome dalla scissione con il Pds. No alla Nato. Chiudere le basi dell’Alleanza atlantica in Italia. E ovviamente smettere di fornire armi all’Ucraina. Il processo costituente dei 5 stelle “contizzati” volge al termine e il ritratto che ne emerge è quello di un Movimento de-grillizzato che nell’immediato farà concorrenza alla sinistra radicale di Avs. E rispetto al Pd marcherà le distanze e un’assoluta autonomia. In altre parole, propaganda, propaganda, propaganda, e tentativo di recuperare voti con una più spiccata personalità che suoni da risposta a quanti accusavano l’ex-premier di aver assunto una posizione subalterna al Pd. Il campo scelto è quello di sinistra, dei “progressisti”, e non contro tutti e tutto, come suggeriva l’anima grillina delle origini (e dei contestatori di Conte). Ma le posizioni sono assolutamente estreme.

Questo non vuol dire che in sede locale, su richiesta dei territori, non si possano costruire alleanze con il resto del “fu campo largo”. Ma sul piano nazionale tutto diventa più difficile e viene meno (o comunque s’indebolisce sensibilmente) l’ipotesi di Schlein alla guida della coalizione, contrapposta a Meloni leader del destra centro. In realtà la prima conseguenza della metamorfosi pentastellata sarà che per costruire un’alleanza con M5S, e con una Avs che trovandosi a competere a sinistra accentuerà le proprie posizioni, ci vorrà un nuovo federatore, un altro Prodi che garantisca in modo paritario le diverse componenti della coalizione. Mica facile da trovare. Quanto alla seconda conseguenza, sarà che quand’anche si riescano a raccogliere le firme sotto un documento comune, la gestione di punti programmatici assai diversi e lontani tra loro diventerà – o ridiventerà, la memoria corre all’Ulivo e all’Unione degli Anni Novanta e primi Duemila – assai problematica. Rissa continua. E alleanza debole, esposta non al primo Bertinotti che passa (sia detto con tutto il rispetto) ma a come si sveglierà Conte al mattino.

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