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Il ritorno dei La Crus: suoni di oggi che affondano le radici negli anni Novanta

9 mesi fa 13
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Il 22 marzo ha segnato un giorno importante per il ritorno in scena e all'insegna della totale immersione della poetica musicale, dei La Crus. Una formazione che segna come nuova tappa di un viaggio musicale l’uscita di un disco dal titolo lunghissimo rispetto ai prende attuali: “Proteggimi da ciò che voglio”. I La Crus erano attesi da tempo perché come quando sta accadendo da tempo per quanto riguarda quell’enorme team di gruppi anni novanta che credevamo avessero ormai sotterrato le loro asce, la resurrezione è un dato di fatto. Mauro Ermanno Giovanardi, Alex Cremonesi e Cesare Malfatti si sono perciò tirate su le maniche e hanno aperto la porta ad una nuova fase del gruppo che ha scritto pagine importanti per la musica italiana che una voga, ma solo una volta, era chiamata con senso “indie”.

Prodotto da Matteo Cantaluppi e dagli stessi La Crus, l'album è composto da un totale di 10 brani e il titolo è ispirato all'opera dell'artista statunitense Jenny Holzer “Protect me from what I want”. «I pilastri fondamentali di questo lavoro - dice Giovanardi - sono il suono e l'anima dei La Crus, le nostre esperienze degli ultimi 15 anni di progetti solisti e l'intervento di Cantaluppi che ha dato identità ai nuovi suoni. Senza uno di questi elementi, il disco sarebbe stato impossibile. Certi lavori hanno bisogno di una congiunzione astrale, poiché quando ci si ritrova dopo tanto tempo i modi e gli sguardi sono diversi».

Tutte reazioni estetiche che si notano perfettamente alla presentazione milanese alla Casa degli Artisti di Milano dove è stata lanciata la novità. Il disco, da “La pioggia” fino a “Sono stato anch'io una stella”, passando per l’attualissima “Shitstorm” o "Io non ho inventato la felicità”, ha aperto le porte ad collaborazioni importanti; dal filosofo, sociologo e politologo sloveno Slavo Zizek a Vasco Brondi che arricchiscono le note di “Rivoluzione” fino a Carmen Consoli su “Io confesso” e Colapesce & Dimartino per la nuova versione di "Come ogni volta”. «I nuovi La Crus sono due anime che si mischiano - ha spiegato Cesare Malfatti - da una parte ci siamo io e Alex con i nostri ascolti più esterofili e con un confronto più ostico con un certo tipo di mercato italiano, insieme all'altra rappresentata da Mauro Ermanno che noi chiamiamo Joe che ha un rapporto con la forma canzone più fruibile. Lui si confronta di più con la realtà ed è giusto farlo, perché altrimenti si rischia di lasciare tanti lavori non scoperti.

Il primo singolo inedito tratto da “Proteggimi da ciò che voglio” è “Mangia dormi lavora ripeti”: «Una canzone - hanno commentato i La Crus - che rincorre come un mantra quello che la vita riserva ai più, attraverso una routine quotidiana che lascia poco spazio a ciò che non è lavoro, in qualsiasi forma esso sia». Suoni di oggi, che affondano le radici in quegli anni Novanta che tanto spazio hanno dato a poetica, innovazione e commistione di suoni e parole che cercavano 'altro' rispetto a quello che già c'era. Il nuovo album sarà anche il protagonista di intenso cartellone di live. Se le due prime date già annunciate sono quelle del 28 marzo all'Auditorio della RSI a Lugano e del 10 maggio in Santeria (viale Toscana) a Milano, molte altre saranno annunciate a breve.

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