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Il ritorno di Céline Dion, la star con una rara malattia neurologica riappare sul palco dopo 4 anni (per un cachet milionario)

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È sparita da tutti i palchi del mondo, per anni. Chiusa nelle sue case: quella a Las Vegas e quella in Canada, un rifugio da oltre 1,6 milioni di euro a Brébeuf, nella regione di Laurentides, a nord di Montreal. Data per morta svariata volte, quasi morta per davvero – come ha raccontato lei stessa in un’intervista – Céline Dion è tornata a esibirsi ieri sera alla cerimonia di inaugurazione dei Giochi di Parigi. Dopo quattro anni di assenza, a causa di una rara malattia neurologica chiamata la «sindrome della persona rigida», la star è riapparsa sotto la Torre Eiffel con un abito luccicante e i capelli raccolti. Ha chiuso lo spettacolo cantando L'Hymne à l'amour, il celebre brano di Edith Pilaf. Da mesi si rincorrevano le voci di una sua possibile esibizione durante i Giochi Olimpici, ma la conferma è arrivata soltanto negli ultimi giorni.

Ieri pomeriggio la certezza che il sogno sarebbe diventato realtà: il capo di gabinetto della première dame, Tristan Bromet, ha diffuso sul suo profilo Instagram la foto di Brigitte Macron con l'artista. Le due donne sorridenti, una a fianco dell'altra, si sono lasciate infatti fotografare in una camera del Royal Monceau. Celine Dion si è poi fermata anche fuori dall’albergo a salutare i fan. Per l’esibizione – riporta Tmz – la star avrebbe ricevuto un cachet milionario. Il sito di gossip ha svelato che l'artista canadese avrebbe stretto un accordo con l'ente organizzativo delle Olimpiadi per 2 milioni di dollari, ma che la cifra supererebbe in realtà i quattro, perché alla Dion sarebbero state rimborsate anche le spese per il jet privato con cui è volata in Europa, la suite al Royal Monceau, l'hotel delle star che sorge a pochi metri dall'Eliseo, la sicurezza e gli operatori sanitari per aiutarla ad affrontare la sua malattia.

Celin Dion ai Giochi: la carriera, il successo e la malattia

Durante gli anni novanta Céline raggiunse la fama internazionale dopo aver pubblicato diversi album tra cui "Falling Into You" (1996) e “Let's Talk about Love” (1997), entrambi certificati dischi di diamante negli Stati Uniti, mentre “Dèux” (1995) divenne l'album in lingua francese più venduto di tutti i tempi. Dion ottenne il successo internazionale anche con diversi singoli come “The Power of love” e “My Hearth Will Go On”, cantata per il film Titanic (gli autori del testo furono premiati con il Premio Oscar alla miglior canzone) e “I'm Your Angel”, insieme a R. Kelly. La sua carriera è decollata così in alto che secondo Forbes, nel 2019, Celine Dion era la terza artista musicale femminile più ricca al mondo con un patrimonio stimato di 450 milioni di dollari. Poi nel 2022, con un video sui social, l’annuncio dello stop dei concerti per colpa della sindrome neurologica.

(reuters)

Circa un mese fa, nel documentario I Am: Celine Dion distribuito da Amazon Prime Video, la diva ha raccontato la malattia che l’ha allontanata dalle scene. Ha mostrato alcuni dei suoi disagi fisici e ha parlato dell'abuso di Valium: «Onestamente non sapevo che potesse uccidermi. Ma novanta milligrammi possono ucciderti, puoi smettere di respirare. E a un certo punto il mio corpo si è abituato a 20, 30 e 40mg finché non è salito. E ne avevo bisogno, rilassava tutto il mio corpo per due settimane, per un mese. Riuscivo a portare lo spettacolo avanti. Ma ormai mi ero abituata e non funzionava più e quindi salivo sempre di più con le quantità».

A sorpresa lo scorso febbraio la superstar è salita sul palco dei Grammy Awards per consegnare a Taylor Swift il premio per l'album dell'anno. Un’apparizione che ha rincuorato i fan, che da tenpo speravano anche di rivederla su un palco. Ma per arrivare a riesibirsi l’artista negli ultimi due anni ha dovuto seguire un rigido programma di cura. «Cinque giorni alla settimana mi sottopongo a terapia atletica, fisica e vocale. Lavoro sulle punte dei piedi, sulle ginocchia, sui polpacci, sulle dita, sul canto, sulla voce…», ha raccontato la Dion.

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