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È durata due giorni la fuga del ragazzo che, lunedì sera a Torino, dopo essere sceso da un grosso scooter ha ferito a colpi di machete un 23enne al quale i medici sono poi stati costretti ad amputare la gamba sinistra sotto il ginocchio. Da ieri pomeriggio è in stato di fermo accusato di tentato omicidio Pietro Costanzia di Costigliole, anche lui di 23 anni, che è stato rintracciato dalla squadra mobile della polizia in un albergo della città, nel quartiere Vanchiglia, zona della movida.
"Vi spiego perché abbiamo dovuto amputare la gamba del ragazzo"
Rampollo di una famiglia dalle origini nobili, dicono figlio di un conte, non ha risposto alle domande degli investigatori e del pm Mario Bendoni. Prima di essere accompagnato in carcere si sarebbe limitato ad evidenziare che lui non ha uno scooter, non ha mai posseduto un machete e non conosce la vittima della selvaggia aggressione. «Il nostro assistito ha solo spiegato che non sapeva di cose si stesse parlando, che lui non c’entra nulla», puntualizzano gli avvocati difensori Vittorio Nizza e Paola Pinciaroli, nominati dai genitori del ragazzo. Anzi, in un primo tempo, quando il fermato è stato prelevato dall’albergo e portato in questura, pensava fosse a causa di alcuni reati che avrebbe commesso in Spagna, dove viveva fino ad un anno fa, prima di arrivare a Torino, dove sta la sua famiglia.
Torino, ragazzo sul monopattino ferito a colpi di machete
Ora la polizia sta anche verificando se davvero il 23enne sia inseguito da un mandato di cattura. Ma, per gli investigatori, la storia dell’aggressione con il machete ha ancora diversi lati da chiarire. Ad iniziare dall’uomo che, alla guida dello scooter, avrebbe accompagnato il sospettato in via Panizza, zona Mirafiori nord, alla periferia della città, dove è scattata l’aggressione. Tra l’altro ad inchiodare Costanzia di Costigliole non ci sarebbe solo la testimonianza della fidanzata del ferito, che era con lui su un monopattino al momento dell’agguato. E che, ieri sera, ha dichiarato: «Finalmente giustizia è stata fatta e ora sono più sollevata». Ma anche diversi indizi raccolti dagli inquirenti che sono riusciti ad arrivare al presunto colpevole dopo aver incrociato una serie di dati, a cominciare dai “movimenti” del suo telefonino cellulare. E pure dai rapporti che lui avrebbe intrattenuto con il ferito.
Fino a poche ore fa si ipotizzava che tutto potesse essere legato ad una questione di gelosia. Ovvero O.B., lo studente colpito con il machete, avrebbe fatto delle avance un po’ troppo esplicite proprio alla fidanzata di Costanzia di Costigliole. E, così, quest’ultimo avrebbe deciso di fargliela pagare con una spedizione punitiva. Però gli inquirenti sospettano non ci sia solo quello alla base del raid che il 23enne fermato, dai racconti degli amici, sembra avesse premeditato da alcuni giorni: «Prima o poi a quello gliela faccio pagare». Forse sulla questione si affaccia anche una questione legata alla droga.
Resta invece ancora ricoverato in prognosi riservata, intubato e ventilato meccanicamente nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Cto, O.B. al quale i medici, hanno amputato la gamba sinistra. «Con un primo intervento avevamo tentato di salvare l’arto - spiega il dottor Adriano Fungi, responsabile del Dea grandi traumi del Cto - ma poi sono sopraggiunte delle complicanze che avrebbero messo davvero a rischio il quadro clinico del paziente».