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Il tribunale di Torino bacchetta Stellantis sugli airbag difettosi di due modelli: "Trovate i proprietari e fornite auto sostitutive"

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In una sentenza di inizio ottobre 2024 il tribunale civile di Torino (presidente Silvia Vitrò, relatore Stefano Demontis) ha intimato a Stellantis (o meglio, alla sua controllata Psa Italia) di prendere provvedimenti sugli airbag difettosi di due modelli di autovettura, la Citroën C3 e la Ds3. I giudici hanno accolto un’azione inibitoria promossa da Codacons, Adusbef e Associazione utenti dei servizi televisivi che, in una nota, parlano di "grande vittoria per i consumatori, che sottolinea come la responsabilità sociale delle grandi imprese non sia solo nella qualità della produzione e nella vendita dei prodotti, ma anche e in primis nell’intervenire immediatamente nel caso di criticità che mettono in grave pericolo la sicurezza e la salute degli utenti”. I giudici hanno ordinato a Psa Italia una serie di interventi, tra cui la messa a disposizione di un'auto sostitutiva gratuita in favore di tutti gli automobilisti coinvolti nella vicenda.

Il problema degli airbag difettosi: "Riguarda 190mila veicoli in Italia"

I veicoli interessati, secondo i promotori dell'istanza sarebbero, sul territorio nazionale circa 190mila, prodotti tra il 2009 e 2019. In caso di incidenti, l'attivazione degli airbag "potrebbe avere conseguenze letali per i passeggeri - scrivono i promotori - in quanto potrebbero rompersi con una forza eccessiva, con il rischio che frammenti di metallo colpiscano gli occupanti del veicolo".

Che cosa ha ordinato il tribunale a Stellantis

La sentenza del tribunale ordina a Psa Italia (e quindi a Stellantis) di "cessare le condotte omissive poste in essere in pregiudizio dei clienti, e ordina alla stessa di adottare le seguenti misure idonee ad eliminarne gli effetti: individuare i proprietari nei cui confronti la raccomandata già inviata non abbia avuto esito positivo (...), inviando loro una nuova comunicazione affinché procedano col controllo dell'auto; pubblicare per due volte (su varie testate giornalistiche, ndr) avviso contenente notizia della campagna di richiamo, descrizione del pericolo e comunicazione dell’esigenza di avviare la procedura di check-in on line o via telefono, con tutti i dati necessari a tal fine; completare entro il 31 gennaio 2025 le operazioni di sostituzione kit-airbag sui 127.036 veicoli che al 23 settembre 2024 hanno eseguito il check-in; inviare a tutti gli utenti che hanno già effettuato il check-in comunicazione, via mail o sms, contenente l’avviso sia della possibilità di fare richiesta di un’auto sostitutiva (o di optare per voucher di car-sharing dove il servizio è presente) e di ottenerla entro sette giorni dalla richiesta, senza costi o al massimo con un deposito cauzionale di 150 euro; inviare identica comunicazione ai clienti che non hanno ancora effettuato il check-in, con l’avviso che l’intervento di riparazione sarà effettuato con tutta probabilità in data successiva al 31 gennaio 2025; mettere l’autovettura sostitutiva, o il voucher per il servizio di car-sharing, a disposizione del cliente entro sette giorni dalla sua richiesta". Il provvedimento fissa anche una serie di penali che il gruppo dovrà pagare in caso non ottemperi a tali prescrizioni.

Federcarrozzieri: "La campagna di richiamo è stata un vero caos"

"La campagna di richiamo si è trasformata in un vero e proprio caos", scrive in una nota Federcarrozzieri, che "attraverso i suoi associati sta raccogliendo da mesi le proteste di migliaia di automobilisti in tutto il Paese. La casa automobilistica sta inviando da mesi ai proprietari delle auto interessate dal richiamo delle comunicazioni in cui intima di sospendere immediatamente la guida delle vetture per gravi problemi al sistema di gonfiaggio degli airbag prodotti dalla società Takata, specificando che 'le sostanze chimiche contenute in questi dispositivi di gonfiaggio potrebbero deteriorarsi nel tempo, esponendo guidatore e passeggero al rischio di rottura del dispositivo di gonfiaggi dell’airbag con una forza eccessiva in caso di incidente, in grado di provocare gravi lesioni o morte'.

"Il problema, sempre secondo Federcarrozzieri, "è che - spiega il presidente Davide Galli - i tempi per le riparazioni sul sistema di gonfiaggio degli airbag sono molto lunghi, a causa della carenza dei necessari pezzi di ricambio, e l’attesa può essere anche di mesi. Una situazione di caos che sta creando enormi disagi sia agli automobilisti, sia alle autocarrozzerie, se si considera che ai proprietari di tali modelli viene intimato da Citroën di non utilizzare le vetture in attesa dei necessari interventi. Gli automobilisti si trovano così a dover scegliere tra il tenere le auto in garage in attesa delle riparazioni agli airbag, o circolare in condizioni di non sicurezza, mettendo a rischio la propria incolumità e quella altrui. Una situazione inaccettabile alla quale ora Citroën dovrà porre al più presto rimedio, fornendo alle autocarrozzerie i ricambi necessari per eseguire gli interventi previsti dalla campagna di richiamo". 

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