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Non saremmo sicurissimi del fatto che gli italiani, l’altra sera, si siano particolarmente emozionati sentendo Elly Schlein che invitava tutti a usare «i nostri corpi» per «fare muro» contro la riforma costituzionale di Giorgia Meloni. Ecco, poche ore dopo quella infelice e retorica sparata, il corpo – nel senso del corpo vero, non metaforico – di un 35enne viceispettore della Polizia è stato ripetutamente colpito a Milano dalle coltellate inferte da un criminale, un irregolare marocchino.
È doloroso ma necessario partire esattamente da qui: dall’incommensurabile distanza tra la farsa e una tragedia, tra parole dette a vanvera e una realtà dolorosa e insanguinata, tra chi evoca con troppa superficialità contrapposizioni insensate e le estremizza per farne una chiassata politica e chi invece, da servitore dello stato, nello squallore e nel tremendo pericolo notturno di una stazione milanese, si ritrova a vedere la morte in faccia (...)
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