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A marzo cresce l’inflazione. Secondo i dati diffusi oggi dall’Istat l’indice dei prezzi al consumo (Ipca) è salito dello 0,1% su base mensile e dell’1,3% su base annuale (dallo 0,8% di febbraio). L'accelerazione del tasso d'inflazione parametrato al Nic si deve principalmente all'attenuazione su base tendenziale della flessione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da -17,2% a -10,3%) e regolamentati (da -18,4% a -13,8%) e, in misura minore, alla crescita di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da +3,8% a +4,4%); per contro, registrano un rallentamento i prezzi dei Beni alimentari non lavorati (da +4,4% a +2,6%) e dei Tabacchi (da +2,6% a +1,9%).
La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni registra una flessione meno marcata (da -0,9% a -0,1%) e quella dei servizi è in lieve accelerazione (da +2,9% a +3,0%), determinando una diminuzione del differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni (+3,1 punti percentuali, dai +3,8 di febbraio).
L'aumento congiunturale dell'indice generale riflette, per lo più, la crescita dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti dovuta anche a fattori stagionali (+1,4%), dei Beni alimentari lavorati e dei Beni energetici regolamentati (+0,7% entrambi) e dei Beni non durevoli (+0,4%). Gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (-1,9%) e dei Beni alimentari non lavorati (-0,7%).
«Un aumento dell'inflazione pari all'1,3% sull'anno significa una spesa, per le famiglie, maggiorata fino a 400 euro in più l'anno a seconda del numero dei figli». Sono i calcoli dell'Unione nazionale consumatori, che commenta così i dati diffusi questa mattina dall'Istat. «Per una coppia con due figli, l'inflazione a +1,3% significa, nonostante il risparmio sulla voce abitazione ed elettricità pari a 318 euro, un aumento del costo della vita pari a 309 euro su base annua, dei quali ben 257 euro servono solo per far fronte ai rincari del 3,2% di cibo e bevande», spiega il presidente Massimo Dona.
Per una coppia con 1 figlio, la spesa aggiuntiva annua «è pari a 259 euro, di cui 233 euro in più sono necessari per mangiare e bere», mentre per una famiglia media «sono 185 euro per prodotti alimentari e bevande analcoliche». Ma nel caso di famiglia con 3 o più figli, la spesa schizza a «339 euro, +305 soltanto per nutrirsi e dissetarsi», evidenzia Dona.