ARTICLE AD BOX
Accordo sul filo di lana tra Lufthansa e Mef per le nozze con Ita. Il ministero dell’Economia e il colosso tedesco hanno trovato l’intesa dopo un week end di duro lavoro tra i team dei legali. In sostanza, il gruppo tedesco avrebbe rinunciato a chiedere lo sconto sul prezzo. Sconto previsto, secondo alcune interpretazioni, dalle intese siglate, ma escluso invece categoricamente dal Tesoro. La firma è solo una questione di dettagli, propedeutica all’invio a Bruxelles del piano che sancisce il matrimonio tra le due compagnie aeree. Da Ita e dalla Germania si dà comunque per chiusa la partita che darà vita ad una nuova alleanza.
LA STRADA
Come si ricorderà nei giorni scorsi il gruppo di Francoforte, facendo leva su alcune clausole contrattuali, aveva ritenuto di dovere chiedere una riduzione di alcuni milioni (dai 10 ai 90) sulla seconda tranche da versare all'azionista Tesoro, pari a 325 milioni, per rilevare un ulteriore 49% di Ita. Il motivo del deprezzamento sarebbe stato legato alla perdita di valore di alcun asset del vettore italiano a causa del ritardato closing dell’operazione. Sia come sia questo nodo è stato sciolto dopo una fase di grande tensione. Al di là delle schermaglie, nessuno ha mai pensato di far naufragare l’alleanza. Anche alla luce del fatto che il primo aumento di capitale riservato, sempre di 325 milioni, per acquisire la quota del 41% della compagnia azzurra, è stato già versato dai tedeschi.
Di certo c’è voluta tanta pazienza e la certosina opera dei “pontieri” per arrivare ad un punto d’incontro. Un ruolo di rilievo in questo quadro è stato svolto dal presidente di Ita Antonino Turicchi che ha smussato le contrapposizioni e contribuito alla pace. Proprio Carsten Sphor, numero uno di Lufthansa, avrebbe scelto la sede di Ita come punto di appoggio per negoziare con il Tesoro.
Salvo sorprese, sempre possibili vista la storia che ha segnato prima Alitalia e ora Ita, sarà quindi rispettata la scadenza dell’11 novembre per l’invio a Bruxelles dei «rimedi» (tappa necessaria per avere il via libera definitivo alle nozze). Si tratta della concessione di una serie di rotte e slot alle compagnie concorrenti per ottenere il disco verde dell’Antitrust Ue. Va detto che un eventuale slittamento di qualche giorno non avrebbe creato problemi alla Commissione europea.
LE SCADENZE
Dopo l’ok condizionato del 3 luglio scorso, Mef e Lufthansa hanno avuto quattro mesi per trovare i vettori rivali ai quali affidare il compito di ripristinare la concorrenza su 10 rotte brevi e tre intercontinentali e cedere un pacchetto di slot all’aeroporto di Milano Linate. EasyJet (per le tratte brevi) e Air France-Klm e British Airways-Iberia (per quelle lunghe).
LA SCELTA
Per espandersi e battere la concorrenza di Air France, Lufthansa ha l’obbligo di crescere in Europa. Deve spingere, come dice il ceo, suna strategia bene precisa: avere «un sistema multi-hub, multi-aviolinea, multi-brand». E al quartier generale contano molto sul contributo di Ita che, dopo la cura Turicchi e le intuizioni dell’ex ad Lazzarini che ha lanciato la start up sul mercato, ha rimesso i conti in ordine e guarda con ottimismo al futuro. Spohr, anche alla luce del Giubileo, che coinciderà con l’ingresso dei tedeschi nella gestione operativa della compagnia tricolore, ritiene decisivo il mercato italiano nella sfida a livello globale. Il nostro gruppo con Ita, ha spiegato recentemete il ceo, ci consente «di avere un hub più a Sud, a Roma, perché Fiumicino non solo è un aeroporto a cinque stelle, che funziona, ma anche perché ha spazio e lì possiamo crescere. Per non parlare dei costi operativi, decisamente sotto controllo».
Spohr ha anche anticipato che una quota maggiore della flotta tedesca, oltre 800 aerei, sarà dislocata all’estero, facendo capire che lo scalo romano sarà un punto di forza da valorizzare ulteriormente.