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Joe, il barbiere che ha soccorso il 15enne accoltellato a Monteverde: «Si lamentava accasciato sull?auto. Il sangue fermato con una maglia»

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Via Baldini angolo via Volpato. All’indomani dell’aggressione subita da Tommaso (il nome è di fantasia), la Mercedes dove il giovane si è accasciato è ancora parcheggiata lì, sporca del suo sangue. A mostrare le macchie sul paraurti dell’auto è Joe, il barbiere di via Volpato che, insieme al collega Michael, ha soccorso il 15enne.

Cosa è successo domenica sera?
«Erano passate da poco le 8 di sera. Stavo chiudendo il negozio quando ho sentito dei lamenti provenire dal ponte qui vicino. Mi sono girato e ho visto che, a pochi metri, c’era una persona appoggiata a un’auto. Io, così come anche il collega che era con me, mi sono avvicinato perché vedevo che questa persona non riusciva ad alzarsi. Era appoggiata con la schiena alla macchina e si lamentava per i dolori. Appena sono arrivato vicino all’auto ho subito capito che la situazione era molto grave».

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Da cosa lo ha capito?
«Dalle ferite che il ragazzo aveva all’addome. Sanguinava e chiedeva aiuto». 

Allora cosa ha fatto?
«Io sono andato subito al commissariato qui vicino per chiedere aiuto, mentre altri chiamavano l’ambulanza che è arrivata in poco tempo, circa cinque minuti. Nell’attesa abbiamo preso dal negozio una maglia per cercare di tamponare le ferite. Non so quante fossero perché con il sangue non si capiva bene. Ma era chiaro che si trattava di ferite provocate da un coltello o un’arma molto simile. Lui soffriva e diceva che si sentiva svenire. Ma abbiamo cercato, tutti insieme, di tenerlo sveglio finché non sono arrivati i soccorritori che l’hanno portato in ospedale».

Nell’attesa dell’ambulanza, il giovane, oltre a lamentarsi per i dolori, ha detto qualcosa? Ha raccontato cosa è successo?
«Sì. Ha detto di essere stato aggredito non molto lontano da qui e da almeno due persone. Ha raccontato anche di essere stato minacciato: volevano il suo portafoglio. Lui, per evitare problemi, ha fatto quello che dicevano loro. Ma non è bastato. Ha detto che appena gliel’ha consegnato loro lo hanno comunque ferito. Altri dettagli non è riuscito a raccontarli, era troppo sconvolto per quanto accaduto. In fin dei conti è un ragazzino piccolo». 

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Oltre che di età, intende anche di corporatura?
«Sì. È abbastanza piccolino: non molto alto e anche piuttosto magro. Era vestito come un ragazzo normale, indossava un paio di jeans e un piumino. Sembrava il classico bravo ragazzo».

L'aggressione è avvenuta in zona. Voi avete sentito o visto qualcosa nei minuti precedenti?
«Assolutamente no. Né grida né persone sospette o cose simili. Ma bisogna anche dire che qui ormai succede di tutto, purtroppo».

In che senso?
«Nel senso che si vede spesso girare gente poco raccomandabile. Lo raccontano anche tante persone che vivono qui. C’è gente che dorme in strada, ci sono gruppi di sbandati che bevono, fanno confusione e spesso infastidiscono i passanti». 

Non è più un quartiere sicuro?
«Non molto. Sicuramente è peggiorato negli ultimi anni. Devo dire che scene come quella di domenica sera non le avevo mai viste. Per fortuna il ragazzo è fuori pericolo, ma per come stava ridotto pensavo davvero che potesse finire molto peggio».

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