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BRUXELLES. I tagli al cuneo fiscale «hanno una portata limitata». L’estensione della flat tax agli autonomi «peggiora l’equità, l’efficienza del sistema fiscale e disincentiva la crescita delle imprese». I condoni e il limite dei cinque anni per la riscossione delle cartelle esattoriali «rischiano di produrre effetti negativi sulla conformità fiscale». La mancata messa a gara delle concessioni balneari comporta «significative perdite di entrate». E dal giudizio di Bruxelles non si salva nemmeno l’autonomia differenziata, una riforma che porta con sé «rischi per la coesione e per le finanze pubbliche».
Nel documento della Commissione europea che contiene le raccomandazioni all’Italia c’è una bocciatura senza mezzi termini delle recenti scelte del governo, sia per quanto riguarda il Fisco, sia per quanto riguarda la legge Calderoli che assegna maggiori poteri alle Regioni. In un contesto di «disparità tra il Nord e il Sud», con la riforma appena licenziata dalla Camera «permangono i rischi di un aumento delle diseguaglianze regionali», aumenta «la complessità istituzionale» e di conseguenza crescono i costi «sia per il settore pubblico che per quello privato».
Secondo per Bruxelles, l’Italia dovrebbe fare di più anche per eliminare le restrizioni alla concorrenza in determinati settori, tra cui «il commercio al dettaglio, le professioni regolamentate», ma anche «le ferrovie, dove l’aggiudicazione degli appalti per il trasporto regionale e i servizi interurbani devono essere competitivi». Ostacoli alla concorrenza persistono poi in altri servizi, come «le poste, i prodotti farmaceutici, le camere di commercio e il noleggio privato di veicoli». Preoccupa molto l’invecchiamento della popolazione, e i relativi effetti sul sistema pensionistico, che andrebbe contrastata con politiche per la famiglia, ma anche favorendo l’immigrazione e con «una strategia globale per attrarre e trattenere lavoratori e studenti altamente qualificati».
È però sul Fisco che l’azione dell’esecutivo Meloni sembra andare nella direzione sbagliata perché «le misure adottate finora non affrontano le principali sfide». Bruxelles vorrebbe «una riforma del sistema fiscale più strutturale e favorevole alla crescita» con «uno spostamento neutrale dai fattori produttivi ad altre fonti meno dannose per la crescita». Senza dirlo esplicitamente, il messaggio è: meno tasse sul lavoro e più tasse sulla casa. E magari anche «sulle auto aziendali» che emettono CO2 in modo da «sostenere meglio la transizione verde».
La Commissione Ue, per l’ennesima volta, chiede di dare una sforbiciata nella giungla delle agevolazioni fiscali e di aggiornare le rendite catastali proprio per aumentare le entrate tributarie dal mattone. La riduzione del cuneo fiscale è dunque necessaria, ma quanto fatto finora non basta: innanzitutto perché «i tagli del cuneo hanno una portata piuttosto limitata» e poi perché, nonostante gli annunci di voler confermare questa misura, le coperture sono soltanto temporanee. La flat tax per gli autonomi viene considerata iniqua, inefficiente e disincentivante per chi vuole far crescere la propria impresa. «Merita un attento monitoraggio» anche il concordato preventivo, mentre la Commissione riconosce il rischio che la riduzione delle sanzioni legate all’evasione finisca per favorirla.