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La Russia punta alla linea rossa ucraina, Dnipro a 200 chilometri. In ritardo le nuove forniture di armi a Kiev

6 mesi fa 5
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Cinquecento chilometri quadrati. Un terzo dell’estensione della provincia di Isernia. È il Ministero della Difesa russo a diffondere questo dato: negli ultimi cinque mesi questa è la porzione di territorio ucraino conquistata. A fronte degli annunci roboanti su una irresistibile avanzata nel Donbass, il dato mostra come i progressi dell’esercito russo, in termini di terreno guadagnato, siano limitati per quanto non irrilevanti. Paradossalmente anche gli ucraini fino ad oggi hanno avuto interesse a drammatizzare una situazione comunque difficile perché dopo la sospensione di sei mesi dell’invio di armi, è necessario lanciare allarmi sulla impossibilità di fermare i russi per sensibilizzare gli alleati. Fate presto, sembrano dire da Kiev.

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ARRUOLAMENTO

Senza munizioni (all’inizio dell’anno si è parlato di rapporto di uno a tre rispetto ai russi), con una inferiorità numerica legata al ritardo con cui Zelensky ha firmato il provvedimento sui nuovi arruolamenti, effettivamente gli ucraini sul fronte orientale faticano a respingere i russi che a febbraio hanno preso Avdiivkia, ora stanno avanzando verso un’altra città considerata chiave, Chasiv Yar, nell’oblast di Donetsk, per poi puntare sulla vicina Kramatorsk che ha più importanza dal punto di vista logistico e delle infrastrutture dei trasporti. Vadym Skibitskyi, vice capo dell’intelligence ucraina, in una intervista l’altro giorno ha spiegato: «Probabilmente è solo questione di tempo prima che i russi riescano a prendere Chasiv Yar». L’esercito invasore cerca un successo simbolico in vista della festa del giorno della vittoria, il 9 maggio, e del viaggio di Putin a Pechino, una settimana dopo. E poi? Tenendo sempre conto che i tempi per la distribuzione delle armi e delle munizioni assicurate dagli Usa con il recente stanziamento di 61 miliardi di dollari non sono immediati, i russi vogliono sfruttare al massimo questa fase di impasse di Kiev.

VERSO NORD

Secondo l’Isw (Institutefor the study of war), think tank di analisi americano, entro maggio-giugno punteranno sulle città più grandi a Nord, vale a dire Kharkiv e Sumy. Skibitsky sostiene che i russi hanno concentrato 35mila uomini, ma ne manderanno altri 50-70mila, «insufficienti però per prendere città grandi come Kharkiv e Sumy». Rispetto a Chasiv Yar, Kharkiv è a 200 chilometri a Nord, mentre a Ovest, Dinpro, altro centro importante, è sempre a circa 200 chilometri. L’andamento attuale del fronte, con una progressione estremamente lenta, fa ritenere che difficilmente possano essere minacciate prima dell’estate. A preoccupare gli ucraini, però, c’è l’intensificarsi dei bombardamenti di infrastrutture civili, in particolare quelle dell’energia, a Sud, sul Mar Nero, a Odessa. Ilya Yevlash, portavoce dell’aeronautica ucraina, ha spiegato: «Le forze russe utilizzano sempre più missili Kh-59 nei pacchetti di attacco». E le forze ucraine possono intercettarli con i sistemi di difesa Patriot, Iris-t e Nasam. «Ma la consegna di nuovi Patriot è in ritardo - racconta al Messaggero la ricercatrice ucraina Victoria Vdovychenko, program director for Security Studies, Centre for Defence Strategies - In generale la strategia dell’esercito russo di colpire infrastrutture civili in città come Odessa punta a compromettere l’unità del Paese, a seminare terrore per convincere la popolazione civile ad accettare condizioni di resa che in realtà in Ucraina nessuno vuole. L’avanzata dei russi c’è, lenta, ma c’è. Non diamo un messaggio sbagliato però: non stanno sfondando, stanno andando avanti però in alcuni punti. Zaporizhzhia e Dinpro non sono lontane». Secondo Victoria Vdovychenko «serve tempo per inviare e distribuire tutte le armi al fronte e i russi per questo estenderanno gli attacchi. Andranno oltre alla Regione del Donetsk, ma anche al Sud. Come dicevo, Odessa è costantemente sotto attacco, è un cambiamento avvenuto negli ultimi due mesi. Usano missili supersonici e balistici. Agli ucraini stanno mancando non solo le munizioni, ma servono soprattutto nuovi rifornimenti di sistemi di difesa Patriot».

C’è un’altra incognita, più immediata: domani in Ucraina si celebrerà la Pasqua ortodossa, c’è il timore che l’esercito russo sfrutti questa occasione per seminare ancora morte e terrore. Serhiy Popkp, capo dell’amministrazione militare di Kiev, ha lanciato un appello agli ucraini: «Non andate in chiesa, i russi potrebbero attaccare i luoghi religiosi con i missili».

TEMPI

Quali armi dovrebbero essere consegnate grazie al provvedimento firmato da Biden, dopo il lungo stop del Congresso? Oltre alle tanto anelate munizioni, ci saranno obici, proiettili per i sistemi di artiglieria Himars ad alta precisione, veicoli militari come i Bradley. Gli Usa, inoltre, sono in trattative «con i partner più stretti per un altro pacchetto di aiuti da 50 miliardi di dollari all'Ucraina da ripagare con i profitti, e gli interessi, degli asset russi congelati per lo più in Europa»: lo ha riportato ieri l'agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali le trattative sono all'interno del G7 e gli Stati Uniti puntano a raggiungere un accordo per quando i leader del G7 si vedranno in giugno in Italia. Questa nuova accelerazione sugli aiuti sarà sufficiente? Sarà abbastanza rapida perché abbia effetto sui cambi di battaglia in tempi accettabili? «Ciò che ha messo in difficoltà l’Ucraina - ricorda Victoria Vdovychenko - è l’irregolarità del flusso delle armi. Questa mancanza di certezze è stato uno dei problemi più gravi al fronte».

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