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Risponde al fuoco, Giorgia Meloni, attaccata per l'sms spedito e letto in diretta a Un giorno da pecora, il programma di Rai Radio 1 a cui spiegava di essere ancora influenzata ma al lavoro, "poiché non godo di particolari diritti sindacali". Una stoccata a Maurizio Landini, tra gli altri. Parole che hanno scatenato la rappresaglia delle opposizioni, Elly Schlein in primissima fila.
E Meloni risponde proprio alla segretaria del Pd. "Ieri Elly Schlein ha detto che io svilisco i diritti sindacali perché, a una trasmissione radiofonica leggera, ho risposto a un sms in modo leggero dicendo che non mi sentivo bene ma ero comunque a fare il mio lavoro, perché come capite benissimo qui non c'è nessuno che mi possa sostituire in questo senso. Chiaramente citavo il tema dei diritti sindacali, mi dispiace che anche su questo si riesca a fare una polemica su una cosa completamente inutile", ha premesso il premier. Già, tutto ovvio, scontato. Ma non con questa sinistra, pronta a sfruttare ogni stortura pur di incendiare il clima.
Meloni, nel corso di un punto stampa a Budapest prima di partecipare alla Riunione informale dei Capi di Stato o di governo del Consiglio europeo, ha aggiunto: "Non so cosa si intenda per svilire i diritti sindacali che questo governo difende molto meglio della sinistra al caviale, ma so che sono abituata a fare il mio lavoro anche quando non sono al massimo della forma perché è l'impegno che mi sono presa con gli italiani. Spero che la sinistra prima o poi individui qualche tema serio sul quale fare politica con questo governo in attesa di ritrovare una identità che le consenta di stare a fianco dei cittadini", ha picchiato durissimo.
Il presidente del Consiglio ha poi affrontato altre questioni, in primis il conflitto tra Russia e Ucraina. "Noi abbiamo sempre lavorato tutti per la pace. Dopodiché, dal mio punto di vista, per costruire pace bisognava impedire che ci fosse un'invasione. Oggi, se si parla della possibilità che, insomma, si vada come tutti auspichiamo e come tutti abbiamo lavorato perché accadesse verso uno scenario di pace, è perché gli ucraini hanno avuto un coraggio straordinario e perché l'Occidente ha sostenuto l'Ucraina e quindi penso che questo sia l'elemento che fa la differenza. Dopodiché vedremo come evolve lo scenario nelle prossime settimane", ha rimarcato il premier.
Per ultima una battuta sullo scontro in atto con la magistratura sulla questione-migranti e le sentenze con cui i giudici stanno cercando di ostacolare l'azione del governo. In Europa, "c'era un po' di curiosità circa tutto questo dibattito che riguarda il tema dei paesi sicuri perché chiaramente quello che accade in Italia poi coinvolge anche gli altri - ha ricordato la leader FdI -. Quindi c'era un po' di preoccupazione su questo tema che secondo alcuni i governi non sono nella condizione di poter definire cosa sia uno 'Paese sicuro' e che leggendo alcune sentenze si rischia di trovarsi di fronte a una realtà nella quale non esistono paesi sicuri che, come io ho detto tante volte e come tutti capiscono, di fatto compromette ogni possibilità di governare l'immigrazione e di fermare l'immigrazione illegale di massa. Quindi sì, questa è una parte del dibattito sul quale trovo molta solidarietà", ha concluso Giorgia Meloni.