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Un amore che si è rivelato un incubo giudiziario finalmente arrivato al capolinea.
Protagonista della vicenda un artigiano di 65 anni di Venaria accusato di maltrattamenti e violenza dalla sua compagna 58enne, martedì 7 maggio 2024, è stato assolto dal tribunale di Ivrea e non dovrà pagare il risarcimento richiesto.
La storia sembrava una favola nata lungo le rive della Stura, ma si è rivelato un incubo durato dieci anni. Tutto nasce dalla decisione di lui di non presentarsi al matrimonio, temendo che la donna solo il permesso di soggiorno, come gli dicevano gli amici.
Dopo una pausa, i due tornano insieme e vanno a vivere nella stessa casa dove convivevano prima delle nozze saltata, ma nel 2020 lei lo denuncia per maltrattamenti e stupro. La donna si rivolge a un'organizzazione di sostegno alle vittime di abusi, descrivendo un inferno di anni passati a subire soprusi e umiliazioni mentre viveva con l'artigiano. Racconta di essere stata privata di cibo, di essere stata chiusa fuori casa e obbligata a non lavorare. Ricorda anche un momento di violenza in cui il compagno l'avrebbe aggredita, causandole lesioni al polso.
Durante il processo il 65enne, assistito dall'avvocato Wilmer Perga nega con fermezza tutte le accuse. La sua versione è corroborata da un testimone. Inoltre, il legale ha dimostrato, attraverso l'analisi delle cartelle cliniche post-visite ginecologiche, che la presunta vittima, parte civile nel processo, ha inventato lo stupro. Il giudice Stefania Cugge ha quindi emesso un'assoluzione per il 65enne, che non aveva mai avuto problemi con la legge. Dopo la sentenza l'artigiano ha dichiarato alla stampa: "Per me è davvero finito un incubo, che mai più avrei pensato di dover affrontare alla mia età".
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