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Le opposizioni all'attacco contro la scarcerazione del comandante libico Almasri

2 ore fa 1
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Le opposizioni attaccano in coro il governo sulla scarcerazione del comandante libico Najeem Osema Almasri Habish, che era stato arrestato domenica scorsa a Torino in esecuzione di un mandato della Corte penale internazionale. Lo fanno in apertura della seduta della Camera che ha all'ordine del giorno il ministro della Difesa Guido Crosetto, presente in Aula. Avs, Pd, +E, Iv, M5s e Azione definiscono "gravissimo" l'accaduto, "la liberazione di un torturatore" e chiedono una informativa urgente della premier Giorgia Meloni.

"Ieri sera è atterrato a Tripoli un aereo di Stato che ha riportato a casa Almasri, un torturatore accolto tra gli applausi e una gran festa nella sua terra. Basterebbe questo per chiedere non solo un'informativa urgente a Meloni e le dimissioni del ministro Nordio. Il governo Meloni non convalida l'arresto" per "errori procedurali, dice Nordio, 'dovevo essere informato'. Peccato che l'areo messo a disposizione dai servizi - lo dico nell'imbarazzo di Crosetto che giustamente si mette le mani alla testa - era fermo lì dal mattino. Era già pronto".

"Il governo Meloni viola un mandato della corte e si macchia di collaborazionismo", attacca per primo il deputato di Avs Marco Grimaldi in apertura di seduta. "Vorremmo sapere da Nordio cosa è accaduto e come questa violazione sia stata possibile", gli ha fatto eco Paolo Ciani del Pd. "Mi spiace per Crosetto ma ciò che è avvenuto ieri è di una gravità assoluto, il governo chiarisca con quali coperture Almasri è entrato in Italia, è andato alla stadio...è assurdo, è da paese a sovranità limitata", le parole di Benedetto Della Vedova (+E). "E' stato un aereo della arenoautica militare ad averlo riportato lì? Speriamo la notizia sia falsa. - ha incalzato da Iv Davide Faraone rivolto a Crosetto in Aula - La premier Meloni venga urgentemente in Aula". Chiara Appendino ha schierato sulla stessa linea il M5s: "Un fatto gravissimo, Meloni spieghi agli italiani perchè è stato liberato un torturatore e riportato" a casa "con un aereo di Stato. Io non riesco a credere che sia un errore e Nordio non sapesse". Se non lo è "come io penso, c'è la volontà politica". Ettore Rosato di Azione ha aggiunto: "Ci sia dal governo una immediata dimostrazione di trasparenza".

Sabato scorso il comandante libico Njeem Osama Almasri Habish, l'uomo arrestato a Torino e poi ieri scarcerato, si trovava in Germania dove si è presentato ad un autonoleggio per chiedere se poteva riconsegnare a Fiumicino l'auto che avrebbe preso a noleggio. È quanto si apprende da fonti informate. Lo stesso giorno la Corte penale internazionale ha spiccato il mandato d'arresto nei suoi confronti. In quelle ore un funzionario della Corte dell'Aja ha preso contatto con un funzionario di sicurezza dell'ambasciata italiana in Olanda per comunicargli che Almasri sarebbe entrato in Italia, dove è stato poi arrestato la sera del 19. 

Il mandato d'arresto per il comandante libico Njeem Osama Almasri Habish - a quanto si apprende da fonti informate - è stato chiesto dal procuratore della Corte penale internazionale lo scorso 2 ottobre. La decisione di procedere con il 'warrant of arrest', è stata presa, a maggioranza, sabato scorso dalla Camera dell'organismo avendo deciso che ci sono "ragionevoli motivi" per ritenere che Njeem abbia commesso crimini che ricadono nella giurisdizione della Corte e che il suo arresto "appare necessario".
   

A pochi giorni dal caso dell'iraniano Mohammed Abedini Najafabadi, un altro straniero arrestato in Italia è stato scarcerato. Si tratta del comandante della polizia giudiziaria libica Najeem Osema Almasri Habish, sul quale pendeva un mandato della Corte penale internazionale per "crimini contro l'umanità e crimini di guerra commessi nella prigione di Mitiga, puniti con la pena massimo dell'ergastolo". L'arresto non è stato convalidato per un errore procedurale e l'uomo è stato già nella serata del 21 gennaio rimpatriato su un aereo diretto nella capitale libica. Si è concluso con un colpo di scena, dunque, un giallo che per tre giorni ha tenuto col fiato sospeso apparati giudiziari, di polizia e dell'intelligence. Perchè Almasri non è un cittadino qualsiasi. Ed anche in questo caso da Tripoli erano partite proteste per l'arresto - definito "arbitrario" - del comandante, membro di lunga data dell'Apparato di deterrenza per il contrasto al terrorismo e al crimine organizzato. Milizia che, rileva Amnesty, ha commesso "terribili violazioni con totale impunità nella prigione di Mitiga". E' stata la Corte d'appello di Roma, competente in questi casi, a disporre la liberazione del comandante, che era detenuto al carcere delle Vallette, dopo essere stato arrestato dalla digos a Torino, dove era arrivato sabato per assistere alla partita di calcio Juventus-Milan.

Non è consentito, si legge nell'ordinanza, l'arresto di iniziativa della polizia giudiziaria senza l'interlocuzione preventiva tra il ministro della Giustizia e la Corte d'appello della Capitale. Nordio è stato interessato ieri, dopo aver ricevuto gli atti dalla questura di Torino e non ha fatto pervenire alcuna richiesta in merito.

La Corte d'appello ha quindi dichiarato "l'irritualità dell'arresto" ed ordinato "l'immediata scarcerazione". 

Chi è Najeem Osema Almasri Habish

E' un curriculum pesante quello del libico finito nel mirino della Cpi. Secondo Amnesty, nel 2021 Osama Njeem è stato nominato direttore dell'Istituto di riforma e riabilitazione della polizia giudiziaria di Tripoli. In questa posizione, ha supervisionato le prigioni, tra cui quelle di Mitiga, Jdeida, Ruwaimi e Ain Zara, formalmente sotto il controllo della polizia giudiziaria. Dal 2016, ha diretto il reparto della polizia giudiziaria della prigione di Mitiga. Nell'agosto 2023, l'Apparato di deterrenza "ha partecipato a scontri tra le milizie a Tripoli, utilizzando armi esplosive con effetti su larga scala. Questi scontri hanno causato almeno 45 morti e oltre 164 feriti, tra cui vittime civili". Critica l'opposizione, che aveva invitato a rispettare l'indicazione della Corte penale internazionale. Per Nicola Fratoianni di Av, "la giustizia deve fare il suo corso nei confronti di un trafficante di esseri umani". Sulla stessa linea Arturo Scotto del Pd. "Parliamo di uno dei capi della mafia libica. L'Italia aderisce alla Cpi e dunque deve essere conseguente con i trattati internazionali".

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