Home SignIn/Join Blogs Forums Market Messages Contact Us

Lingua blu, nuovi focolai in Italia: ecco le regioni più colpite. Cos'è la Bluetongue: febbre catarrale degli ovini

2 ore fa 1
ARTICLE AD BOX

Oltre alla peste suina, c'è anche un'altra malattia degli animali che si sta espandendo in Italia, la lingua blu (Bluetongue), detta anche febbre catarrale degli ovini. Lombardia, Calabria e Piemonte tra le regioni più colpite nella Penisola - come evidenziato nei giorni scorsi da Coldiretti - ma in Sardegna sta dilagando. Nell'Isola i focolai sono oltre 2100 con quasi 9mila ovini morti, secondo i dati dell'Istituto zooprofilattico sperimentale dell'Isola guidato sino a qualche tempo fa da Giovanni Filippini, oggi dg della Sanità Animale al ministero della Salute e in prima linea contro le epizoozie.

Peste suina, in Italia 24 focolai: «Situazione complessa, serve prudenza»

Bluetongue, i focolai in Italia

Secondo l'unità organizzativa veterinaria della direzione regionale Welfare della Regione Lombardia, ad oggi sono stati registrati 56 focolai di blue tongue in allevamenti di ovini (nelle province di Lecco, Sondrio, Como, Varese, Bergamo e Pavia) e 7 in allevamenti di bovini (nelle province di Lecco, Monza-Brianza, Como, Bergamo e Pavia). In Calabria sono una cinquantina i focolai e circa 2mila i capi morti. La lingua blu è arrivata anche in Piemonte, nel Torinese e nell'Alessandrino, con un centinaio di focolai e altrettanti capi morti, a cui si aggiungono i casi registrati, e confermati dall'Izs di Teramo, in Valle d'Aosta nei comuni di Perloz e Aosta.

Cos'è la lingua blu

Questa la definizione della malattia sul sito dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie:

«La Bluetongue (lingua blu), detta anche febbre catarrale degli ovini, è una malattia infettiva non contagiosa dei ruminanti sostenuta da un virus del genere Orbivirus: attualmente, se ne conoscono 27 “sottospecie” (dette sierotipi). Il virus della Bluetongue viene trasmesso da moscerini appartenenti al genere Culicoides, che costituiscono quindi i vettori della malattia.

Praticamente tutte le specie di ruminanti, domestiche e selvatiche sono recettive alla Bluetongue, ma non tutte si ammalano. Tra i ruminanti domestici, negli ovini la Bluetongue si manifesta clinicamente nella forma più grave, causando anche mortalità; nei bovini e nelle capre l’infezione decorre, salvo poche eccezioni, in forma subclinica, ovvero senza sintomi evidenti.

Tra i ruminanti selvatici, la patologia in forma clinica è stata osservata in alcuni bovidi e cervidi nordamericani e asiatici; per quanto riguarda invece le specie presenti nel nostro territorio, nella maggior parte di esse l’infezione è di solito inapparente. Fa eccezione il muflone, nel quale la presenza del virus Bluetongue è stata associata da alcuni ricercatori a forme cliniche simili a quelle della pecora e a episodi di mortalità.

Tra i sintomi più classici:

  • ulcere nella bocca, con emorragie sulla lingua che può essere tumefatta e cianotica, ingrossata e bluastra sulle labbra e sul musello (ma nonostante la malattia prenda il suo nome da questa lesione, essa non sempre è presente);
  • febbre molto alta, con abbattimento e inappetenza conseguenti;
  • aumento di volume della testa, in particolare della lingua, delle palpebre, dello spazio sottomandibolare e del collo;
  • scolo sieroso o mucoso dal naso e dalla bocca;
  • zoppie e lesioni podali, soprattutto al margine superiore degli unghielli;
  • arrossamenti cutanei con dermatite nelle aree esposte al sole e perdita di vello;
  • difficoltà respiratorie.

La Bluetongue ha importanti ricadute socioeconomiche a causa dell’impatto diretto sul patrimonio zootecnico (casi clinici e mortalità negli ovini, cali di produzione nei bovini) e del danno commerciale legato alle restrizioni dei movimenti di animali.

La Bluetongue non è trasmissibile all’uomo e non comporta alcun problema di sicurezza degli alimenti derivati da specie recettive, siano esse domestiche o selvatiche».

Leggi tutto l articolo