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'Lingua blu', perché l'epidemia adesso fa paura al Piemonte e perché abbiamo bisogno della Sardegna

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gio.ur

gio.ur 08 settembre 2024 10:11

Contro l'epidemia da lingua blu - la febbre catarrale degli ovini - la Regione Piemonte studia le contromisure. Venerdì 6 settembre 2024 si è infatti tenuto un tavolo presso l'assessorato all'agricoltura regionale per concordare le misure urgenti da mettere in atto anche nella nostra regione. Prima di tutto una campagna vaccinale degli ovini e caprini. 

160.000 animali a rischio

Sarebbero circa 160.000 gli animali a rischio a causa dell'epidemia da lingua blu. Si tratta di una febbre catarrale degli ovini che è trasmessa dalla zanzara Culicoide. Colpisce i bovini ma senza effetti mortali, mentre infligge i danni maggiori a ovini e caprini. In totale gli animali a rischio sono oltre 160.000: 56.000 caprini e 105.000 ovini distribuiti complessivamente in 5.300 allevamenti.

Le misure da adottare

Al tavolo, che è stato convocato dall'assessore regionale all'agricoltura Paolo Bongioanni, hanno partecipato i rappresentanti delle associazioni di categoria e anche Fabrizio Priano, capo di gabinetto dell'assessorato alla Sanità della Regione Piemonte. Sono state concordate alcune misure da mettere in atto al più presto. 

In primo luogo una campagna vaccinale che presumibilmente partirà a tappeto alla fine dell'inverno, quando le gravidanze sono terminate e il rischio eventuale viene azzerato. I vaccini contro la lingua blu hanno un’efficacia di circa sei mesi e devono venire inoculati preferibilmente nella versione in due dosi, per ridurre al minimo il rischio di aborto negli animali gravidi, uno spiacevole effetto collaterale che in passato ha cagionato un rilevante danno economico per gli allevatori. 

Il tavolo ha inoltre concordato sull’opportunità di varare una strategia di informazione e sensibilizzazione degli allevatori sull’opportunità di vaccinare gli animali, di attivare le massime azioni di biosicurezza quali trattamenti insettorepellenti o la custodia degli animali in ambienti protetti nelle ore notturne, quando è attiva la zanzara che trasmette il contagio. 

Bisogna trovare i vaccini

"Mi attiverò immediatamente con il mio omologo della Regione Sardegna chiedendogli un congruo numero di dosi di vaccino", spiega l’assessore Paolo Bongioanni, "Chiederò al Ministero dell’Agricoltura un sostegno a 360 gradi, e a quello della Salute di fare regia a livello nazionale, di interessarsi con la Francia per avere la disponibilità di almeno 20mila dosi e introdurre l’obbligo di immunizzazione anche sul cosiddetto 'ceppo 3' che è quello che sta imponendosi e che non vogliamo arrivi in Italia. Come Regione, inoltre, cercheremo assieme al presidente Cirio e all’assessore Riboldi di individuare le risorse per poter garantire agli allevatori un contributo a titolo di rimborso parziale per ogni vaccinazione effettuata a titolo volontario".

Perché chiedere i vaccini alla Sardegna? 

In Italia la regione con il maggior numero di capi ovi-caprini è la Sardegna, che per questo si è trovata per prima a contrastarla grazie a un’azione efficace dell’allora direttore dello Zooprofilattico Giovanni Filippini, ora direttore al Ministero della Salute e commissario nazionale Psa. La Blue tongue è arrivata in Piemonte circa sei mesi fa dalla Francia, dove si stanno diffondendo nuovi ceppi virali che potrebbero interessare anche i nostri animali. L’Istituto Zooprofilattico piemontese li sta già analizzando per mettere a punto un vaccino che possa essere efficace anche nel medio-lungo periodo sui nuovi ceppi. 

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