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ROMA. Il mercato del lavoro segna un nuovo record, un paradosso se si considerano le difficoltà delle famiglie italiane alle prese con i bassi salari e la perdita di potere d’acquisto dopo anni di inflazione alle stelle. A marzo l’Istat registra 70 mila occupati in più rispetto a febbraio, il tasso di occupazione sale al 62,1% (+0,2), la disoccupazione totale scende al 7,2% (-0,2) e quella giovanile al 20,1% (-2,3 punti).
Gli inattivi sono in calo sia a marzo che nel confronto con il trimestre precedente, c’è un aumento solo tra gli uomini e gli under 50. Su base mensile comunque il tasso complessivo di inattività è stabile al 33 percento.
A marzo, spiega l’Istat, la crescita dell’occupazione è effetto dell’aumento sia dei dipendenti, che raggiungono 18 milioni e 793 mila, sia degli autonomi, pari a 5 milioni e 56 mila. Il numero degli occupati - 23 milioni 849 mila - è superiore di 425 mila unità rispetto a marzo dello scorso anno, come conseguenza dell’incremento di 559 mila dipendenti permanenti e di 46 mila autonomi.
Su base annua, sia tra gli uomini sia tra le donne, si osserva la crescita dell’occupazione (+1,1 punti tra gli uomini e +0,9 punti tra le donne) e la diminuzione di disoccupazione (-1,0 e -0,2 punti rispettivamente) e inattività (-0,3 punti tra gli uomini e -0,8 tra le donne).
Tornando ai risultati mensili, invece, i 70 mila posti in più sono appannaggio soprattutto degli autonomi, gli indipendenti come li definisce l’Istituto di statistica. Sono loro a trainare l’occupazione. Se questo trend si dovesse consolidare anche nei prossimi mesi potrebbe trovare una spiegazione negli interventi fiscali che l’esecutivo ha messo in campo a favore delle partite Iva, dalla flat tax al concordato preventivo biennale.
Nel rapporto diffuso dall’Istat emerge come siano 55 mila gli autonomi a crescere, mentre i dipendenti guadagnano solo 15 mila unità. L’analisi per fasce di età conferma la tendenza che vede un rafforzamento dell’occupazione per le fasce di popolazione più anziana, che restano più a lungo al lavoro. È l’effetto dell’allungamento dell’età lavorativa che si è creato con i paletti del governo messi all’Ape sociale, a Opzione donna e a Quota 102. Dei 70 mila nuovi occupati 49 mila sono over 50.
Tra febbraio e marzo 2024, sottolinea l’Istat, gli andamenti per età sono abbastanza diversi: tra i giovani fino a 34 anni il tasso di disoccupazione diminuisce e si associa all’aumento di quelli di occupazione e di inattività; tra i 35-49enni il tasso di occupazione cala, a fronte di un aumento di quelli di disoccupazione e di inattività; infine, la fascia d’età 50-64 mostra un aumento del tasso di occupazione che si associa alla diminuzione del tasso di disoccupazione e di quello di inattività.
Il tasso di occupazione complessivo al 62,1% colloca comunque l’Italia in fondo alla classifica dei Paesi europei, con le donne che scontano un gap ancora maggiore rispetto alle lavoratrici degli altri Stati dell’Unione.