MANTOVA. Un operaio di 34 anni è morto questa mattina in una fabbrica di laminati in vetroresina di Cividale Mantovano durante il turno di lavoro. Secondo le prime informazioni l'operaio sarebbe rimasto incastrato tra i rulli di un macchinario. Inutile i soccorsi dei colleghi di lavoro. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, i carabinieri e i tecnici della medicina sul lavoro dell'Ats Val Padana.
Negli ultimi due giorni, un bracciante indiano di 31 anni è morto a Latina e un ragazzo è morto nel Lodigiano schiacciato da una seminatrice. E stamattina, a Bolzano 5 operai sono rimasti gravemente feriti per l’esplosione in una fabbrica.
«È una strage. Sta emergendo un modello di fare impresa che uccide, fondata sulla riduzione dei diritti e dei costi, dove il lavoro viene considerato una merce che può essere comprata e venduta. Quello che è successo a Latina e Frosinone è un atto di schiavismo ed è disumano, perché sentire dire che la persona è morta per 'una sua leggerezza' è come sentir dire che è un prezzo che si deve pagare a quel modello di fare impresa», ha detto il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, parlando di caporalato, commentando la morte del bracciante indiano di 31 anni a Latina e dell' operaio 58enne a Frosinone a margine dell'iniziativa a Montelupo Fiorentino (Firenze) per celebrare i 50 anni della Cgil Toscana. In particolare, rispetto ai fatti di Latina, Landini aggiunge che «stiamo parlando in questo caso di lavoro nero, di caporalato, di persone clandestine: bisogna cancellare la Bossi-Fini».