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Dal Cavaliere alla Cavaliera. Chi, Marina Berlusconi? Sì, proprio lei. Come il padre, la primogenita di casa d’Arcore è diventata cavaliere del lavoro, per decisione di Sergio Mattarella. E fioccano in queste ore su Marina i complimenti degli amici suoi e soprattutto dei vecchi amici del defunto papà: da Gianni Letta a Fedele Confalonieri. Era stato avviato da amici di famiglia, collaboratori, sostenitori, l'iter per fare avere alla figlia del Cavaliere il titolo che aveva il genitore e l’obiettivo è stato raggiunto proprio in questa fase in cui il revival berlusconiano sta prendendosi la scena a livello politico (c’è il nome di Silvio nel logo elettorale di Forza Italia), nel paesaggio urbano (occhio in tutte le città italiane ai maxi poster di Tajani immortalato in vecchie foto insieme con il compianto Silvio) e nel mondo editoriale con decine e decine di libri dedicati al Cavaliere a cominciare dall’ottimo volume di Francesco Giro su «Silvio Berlusconi e la città ideale» (Gangemi editore).
L’adorata primogenita di Berlusconi, legata a lui da un rapporto simbiotico, che equipara il padre in fatto di onorificenza è un tributo postumo anche al Cavaliere nel senso che evidentemente ha saputo ben figliare.
Ed è stato essenziale, per il conferimento di questo onore, a un anno quasi dalla morte del fondatore di Forza Italia, il fatto che dopo la sua scomparsa i figli e Marina anzitutto hanno saputo ben tenere le aziende avute in eredità e soprattutto non hanno dato spettacolo di liti, gelosie e guerre tra fratelli (sono 5, compresa Marina) che sono tipiche delle dinastie quando viene meno il capostipite.
Chi è Marina Berlusconi
I requisiti per cui Marina, presidente di Fininvest e numero uno di Mondadori, ha ottenuto il titolo quirinalizio sono questi: una specchiata condotta civile e sociale, aver lavorato per almeno 20 anni nel settore per il quale è stata conferita l'onorificenza, aver adempiuto agli obblighi tributari, previdenziale ed assistenziali dei lavoratori delle sue aziende e non aver svolto all'estero attività commerciali ed economiche lesive per l'economia nazionale. E così, ecco la Cavaliera. La quale, domani alla festa della Repubblica nei giardini del Quirinale, è attesissima. Di solito non ha partecipato alla festa del 2 giugno ma stavolta potrebbe esserci.
Chi la conosce non si stupisce che Marina sia diventata Cavaliera. Fedele Confalonieri, che l'ha vista nascere anche lavorativamente, l'ha definita «un martello pneumatico». Lo disse all'epoca in cui per la prima volta Marina aveva fatto ingresso nella classifica delle donne più potenti del pianeta compilata da Forbes (era il 2004, il ranking era guidato da Condoleezza Rice) e poi sarebbe stata una presenza fissa in questa graduatoria.
Imprenditrice tosta e determinata, Marina ha avuto un'ascesa senza intoppi. E proprio lei, come altri e più di altri, è stata vicinissima al padre quando, dopo la condanna del 1 agosto 2013 per frode fiscale, Silvio si autosospese dall'adorato titolo di Cavaliere. Per poi riprenderlo, appena venne riabilitato e intanto nessuno, se non gli avversari più acerrimi, che erano tanti, lo chiamò ex Cavaliere.
«Già da quando aveva vent'anni», raccontava sempre Silvio agli amici, «Marina era la prima ad arrivare alle riunioni che contano». Si sedeva in disparte, tirava fuori dalla borsa il bloc notes e prendeva appunti. L'arte di usare la forbice per risanare i conti l'avrebbe imparata alla scuola di Franco Tatò; la creatività applicata al mondo del business, invece, è stata un lascito degli anni passati accanto a Bruno Ermolli.
Dunque c’è la Cavaliera, in ossequio a una continuità di cui Silvio sarebbe stato orgogliosissimo. Tutto il mondo berlusconiano, anche o soprattutto quello politico, è soddisfattissimo per la buona riuscita della corsa di Marina. Tajani, con il quale la Cavaliera ha un rapporto di ferro, è stato tra i primi a chiamarla. E del resto Tajani e Marina giocano in tandem nel tenere viva, lei a livello aziendale e lui sul terreno politico, la memoria di Silvio.
E rientra in questo discorso del non disperdere, anzi esaltare, ciò che è stato il berlusconismo la creazione di una Fondazione intitolata a Silvio. «Si farà ma la sua presentazione non sarà a breve, servono ancora alcuni mesi», puntualizzano fonti della famiglia. Così come continua a stuzzicare l'idea di fare un Berlusconi Museum nella villa di Arcore, dove per ora vive Marta Fascina. Per non dire, nella serie delle radici rivolte al futuro, delle varie iniziative che Forza Italia allestisce in onore del Cavaliere.
Il cavalierato a Marina arriva in questo 2024 in cui la super-manager ha 57 anni. Il padre lo ottenne a 41 anni, nel 1977, su proposta del ministro dell'Industria, Carlo Donat Cattin, ed è storia l'immagine in cui Berlusconi stringeva la mano al presidente Giovanni Leone nella cerimonia della consegna. Quel titolo, dopo i primi grandi successi imprenditoriali e sportivi (la politica arriverà molto tempo dopo), lo fece diventare per antonomasia Il Cavaliere: a ribattezzarlo così fu il grande giornalista Gianni Brera, già inventore di «Padania» e «catenaccio». Per ottenere l'ambita onorificenza Berlusconi si era rivolto a Ezio Cartotto, un giovane dirigente della Dc, che molti anni più tardi avrebbe contribuito alla fondazione di Forza Italia. Cartotto consigliò al Berlusconi di scrivere una lettera a Donat Cattin e lui vergò queste righe: «Il dottor Berlusconi, nato a Milano, è di antichissima famiglia milanese. Milanista dalla nascita e calciatore in erba, avendo disputato campionati con le squadre giovanili, laureato in legge col massimo dei voti all'Università statale di Milano, premio Giannino Manzoni per la pubblicità, ha avuto una carriera che ha del favoloso».
Toni diversi nella lettera di presentazione della Cavaliera. Dove vengono elencate le sue tappe professionali, senza troppa enfasi e con secchezza, nello stile molto pragmatico che appartiene a Marina. La quale è nata a Milano nel 1966, e presiede Mondadori, azienda nella quale fin dall’inizio si è occupata in prima persona della gestione e delle strategie del gruppo editoriale che è ormai prossimo a raggiungere il miliardo di ricavi. Nel luglio 1996, inoltre, Marina Berlusconi ha assunto la carica di vicepresidente di Fininvest, holding che detiene la maggioranza di MediaForEurope (l’ex Mediaset) e di Mondadori, il 30% di Banca Mediolanum e la proprietà del Monza Calcio. Ha mantenuto tale ruolo sino all’ottobre 2005, quando è stata nominata presidente della cassaforte. Dopo la morte del padre, Marina Berlusconi è diventata prima azionista di Fininvest con il 26% del capitale, al pari del fratello Pier Silvio.
Mondadori e Fininvest
«Da oltre vent’anni ho l’onore di presiedere un grande gruppo come Mondadori, vero e proprio patrimonio del nostro Paese, che ha fatto della libertà e del pluralismo la sua ragion d’essere», ha sottolineato Marina Berlusconi, nella nota di commento all’onorificenza ricevuta. «Voglio quindi condividere questo riconoscimento con ciascuna delle persone che lavorano in Mondadori, e, più in generale, con le persone di Mediaset e di tutto il Gruppo Fininvest. La mia nomina di oggi è allo stesso tempo un premio al loro impegno, alla loro energia, alla loro passione».
In uno degli ultimi incontri nella stanza d’ospedale tra la figlia e il papà ricoverato al San Raffaele di Milano, i due avevano parlato col colmo della commozione della possibilità che Marina sarebbe diventata cavaliere del lavoro. Naturalmente Silvio non aveva dubbi che sarebbe accaduto ed era felicissimo di questa eventualità che adesso è realtà. E lassù, dove si trova oggi il Cavaliere, si starà brindando.