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Mattarella e il tributo a Craxi: «Interprete della nostra politica europea e atlantica. Cambiò il Paese»

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Si conoscevano bene Bettino Craxi e Sergio Mattarella e non di rado le loro posizioni erano opposte. Basti ricordare la vicenda della legge Mammì, che era sostenuta da Craxi, favoriva le televisioni di Berlusconi e contro la quale Mattarella giunse a dimettersi da ministro. E anche nella crisi che investì il sistema dei partiti nei primi anni ‘90, i due furono sempre schierati su fronti contrapposti. Craxi volle diventare, anche con il suo celebre intervento alla Camera il 3 luglio 1992, il simbolo del “così fan tutti”, mentre l’esponente della sinistra democristiana scelse la via del rigore e del rinnovamento.

Craxi, ricordi e polemiche. «Qui a Hammamet la sinistra non è mai venuta»

Ora, per i 25 anni della morte del leader socialista, il presidente della Repubblica fa una sua valutazione sul personaggio. Dicendo in sostanza che Craxi è stato qualcosa di più di quanto non ricordi la maggior parte degli italiani. Riconosce Mattarella che l’ex premier «ha impresso un segno negli indirizzi del Paese in una stagione caratterizzata da grandi trasformazioni sociali e da profondi mutamenti negli equilibri globali». Il giudizio del Capo dello Stato è positivo sul personaggio che si guadagnò il prestigio internazionale perché fu «interprete autorevole della nostra politica estera europea, atlantica, mediterranea, sostenitrice dello sviluppo dei Paesi più svantaggiati, aperta al multilateralismo, e lungo queste direttrici Craxi ha affrontato passaggi difficili, rafforzando identità e valore della posizione italiana». Sul fronte interno, il leader socialista mise in campo riforme che «determinarono cambiamenti e incisero sulla finanza pubblica, sulla competitività del Paese, sugli equilibri e le prospettive di governo». E la «spiccata determinazione nelle sue battaglie politiche catalizzò sentimenti contrastanti nel Paese».

Mattarella ricorda che «raccolse un consenso ampio» quando firmò il nuovo Concordato. E Tangentopoli? Mattarella cita la storia ma senza esprimere giudizi. «La crisi che investì il sistema politico, minando la sua credibilità, chiuse con indagini e processi una stagione, provocando un ricambio radicale nella rappresentanza». E ancora: quei processi sono stati «vicende giudiziarie che caratterizzarono quel burrascoso passaggio della vita della Repubblica».

I TRIBUTI

Il messaggio presidenziale è piaciuto alla famiglia Craxi. Stefania ringrazia: «Il gesto del Capo dello Stato, tutt'altro che formale, rappresenta un ulteriore passo affinché, come ripeteva Craxi, la storia sia scritta bene». Anche il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha a sua volta ricordato Craxi. E continuano un po’ da tutte le parti (tranne quelle del Pd) a piovere omaggi. tributi. Ci sono per esempio i compagni del Psi che tramite il suo segretario, Enzo Maraio, ricordano la collocazione sempre a sinistra di Craxi. E Maraio ringrazia Mattarella: «Le parole del Capo dello Stato rafforzano la convinzione che ricordare Craxi è costruire futuro, e per noi è impegno a costruire una sinistra moderna ed europea».

E nell’attuale centrodestra, c’è soprattutto Forza Italia - con Barelli, Gasparri, Ronzulli, Martusciallo e altri - che sottolinea l’attualità della lezione craxiana. È quel che fa la ministra Casellati, ma ecco anche un altro esponente del governo Meloni, Guido Crosetto: «Fu attaccato anche perché si rifiutava di accettare il ruolo comprimario nel quale molti volevano rimanesse l’Italia. Ricordo i suoi discorsi alla Camera nel periodo devastante di tangentopoli e penso dovrebbero essere ascoltati da tutti per capire fino in fondo cosa accadde allora».

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