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Matteo Spinosa, ristoratore 33enne trovato morto dalla compagna a Sulmona. Su di lui l?ombra di guai economici

3 ore fa 1
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SULMONA A trovarlo, ormai morto, è stata la notte scorsa la sua compagna con la quale conviveva nell’abitazione di via Gorizia a Sulmona dove Matteo Spinosa, trentatré anni appena, si era trasferito da tempo, dopo un’esperienza all’estero. Il cadavere ancora caldo scoperto alle tre del mattino in cantina con una corda al collo e più niente da fare. Non un biglietto, né una spiegazione per quello che gli inquirenti ritengono essere stato un gesto estremo, un suicidio. Tant’è che la procura della Repubblica di Sulmona dopo la ricognizione cadaverica ha restituito la salma alla famiglia, evitando lo strazio dell’esame autoptico. Oggi stesso, anzi, è stato fissato il funerale nella chiesa di San Giovanni da Capestrano nella frazione di Torrone (ore 15) per l’addio ad un ragazzo la cui morte ha sorpreso e sconvolto l’intera comunità. Sui social e nella Casa funeraria Caliendo e Salutari, dove la salma sarà esposta anche questa mattina, ieri è stato un continuo di ricordi e pubblicazione di foto sorridenti: un sorriso che Matteo aveva sempre conservato, anche nei momenti più bui. Tra questi, sicuramente, la fine della sua esperienza imprenditoriale: un ristorante rilevato nella centrale via Dorrucci a cui il trentatreenne aveva dedicato anima e corpo e che un paio di mesi fa era stato costretto a chiudere dopo un anno e mezzo di sacrifici e speranze. Quel progetto, nel quale aveva investito la sua voglia di riscatto, non era andato bene: i problemi economici non li aveva mai nascosti e sui social aveva messo in vendita le rimanenze, evidentemente per recuperare qualche soldo e alleggerire i debiti che aveva contratto. Per lui, che aveva fatto la scelta di tornare a vivere a Sulmona, quel fallimento aveva pesato molto, non tanto per l’attività in sé, ma perché, si evince dai suoi post sul profilo Facebook, si sentiva tradito dalla città e dai sulmonesi.

I MESSAGGI

«Ho capito a mie spese come ragiona un paesino come Sulmona – scriveva a settembre scorso, poco prima di abbassare la saracinesca del suo locale – vi piace parlare e sparlare… Sulmona città dei confetti, dell’aglio e delle maschere (le portate egregiamente)». Una rabbia che non aveva mai preso il sopravvento, però, sempre pronto quel ragazzo dalla testa piena di capelli e idee a rilanciare a ritentare. Fosse anche cambiando vita. Dopo la chiusura del ristorante, infatti, Matteo sembra avesse intenzione di trasferirsi altrove, di ricominciare. È quanto emergerebbe anche da alcuni messaggi che i carabinieri della Compagnia di Sulmona che stanno svolgendo le indagini, avrebbero trovato sul suo telefono. Il trasferimento, però, non avrebbe risolto i suoi problemi finanziari e probabilmente il peso di questa sconfitta, di questo vicolo cieco imboccato, è stato più forte del suo sorriso e della sua voglia di vivere. Una morte che arriva ad una settimana da quella di Luca Palmegiani, il venticinquenne di Latina gettatosi dal quarto piano dell’hotel Suisse di Roccaraso durante Neve Azzurra: un’altra giovane vita senza più voglia di vivere.

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