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Meloni, stop alla Nato: «No all'offensiva in Russia». E Mosca: «Se attaccate sarà guerra mondiale»

5 mesi fa 4
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Nessuna escalation, piuttosto prudenza. L’Italia si ricompatta e dice no alla proposta del segretario della Nato Jens Stoltenberg di usare armi occidentali per colpire la Russia, all’indomani del raid contro un ipermercato a Kharkiv che ha causato 16 morti e 44 feriti. Prudenza, la parola usata dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni in una trasmissione tv. Non è sola. Anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz si è dichiarato contrario all’uso di armi tedesche da parte delle forze armate ucraine per colpire obiettivi in territorio russo. Altrimenti, «sarà guerra mondiale», minaccia Mosca.

Tensione tra Nato e Lega. Salvini: «Stoltenberg o si scusa, o rettifica, o si dimette». Pronto odg di censura

Meloni, lo stop alla Nato

«Non so perché Stoltenberg dica una cosa del genere. Bisogna essere molto prudenti - ripete la premier nel suo intervento - D’accordo sul fatto che la Nato deve mantenere la sua fermezza, non dare segni di cedimenti. Molte le dichiarazioni discutibili. Ricordo Macron. Io consiglio maggiore prudenza». La linea resta una: «È importante che la Nato continui a sostenere l’Ucraina per raggiungere la pace». La preoccupazione c’è, ma deterrenza e via diplomatica sono i passaggi obbligati, per Meloni, che cita la frase latina “se vuoi pace prepara la guerra”, «fermo restando che la guerra porta sempre con sé incognite ed è seria, questo racconto allarmante per cui l’Europa è sull’orlo di una guerra è controproducente, irresponsabile il gioco di chi alimenta il racconto per raggranellare qualche voto». La sintesi: «È come se chi sostiene l’Ucraina vuole la guerra e chi invece non la sostiene vuole la pace. Io penso sia esattamente il contrario. Se noi avessimo consentito quella guerra imperialista, la guerra sarebbe arrivata più vicina a noi. Chi ha aiutato l’Ucraina sta fermando la guerra». Torna ad attaccare Stoltenberg anche il vice premier e leader della Lega Matteo Salvini: «Questo signore o chiede scusa, o rettifica o si dimette» e «un conto è difendere un altro uccidere». Il Carroccio alza il tiro. Dopo le dure prese di posizione già espresse fa sapere che la Lega è «pronta a depositare un ordine del giorno o un’interrogazione finalizzate a censurare le parole di guerra di Stoltenberg». Primo firmatario, Claudio Borghi.

Meloni: «Stoltenberg? Consiglio maggiore prudenza. Referendum? Non lascio»

Lo scenario

L’Europa si interroga e rischia di sfilacciarsi. La Russia continua l’avanzata nell’Ucraina orientale, conquistando ogni giorno nuovi villaggi, gli attacchi con droni e missili sono quotidiani. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in una intervista al New York Times ha chiesto urgentemente agli alleati il permesso di utilizzare le loro armi per colpire le posizioni di artiglieria russa vicino al confine, dal momento che la Russia sta preparando un’altra offensiva, ammassando truppe a circa 90 chilometri a nord-ovest di Kharkiv. Il governo americano starebbe valutando la possibilità, anche il ministro degli Esteri britannico David Cameron ha di fatto mandato un segnale, dichiarando che spetta all’Ucraina decidere se utilizzare le armi britanniche contro le posizioni in Russia. La risposta del Cremlino arriva su X da parte di Dmitrij Medveved, numero due del Consiglio di sicurezza di Mosca. «Colpire i nostri obiettivi da parte degli americani significa iniziare una guerra mondiale e un ministro degli Esteri, anche di un paese come la Polonia, dovrebbe capirlo», ha replicato a un’intervista del ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski al Guardian, che aveva parlato della «necessità di un rapido riarmo dell’Europa». Medveved ha definito Sikorski «la controparte polacca di una strana creatura chiamata Blinken».

«Putin andrà avanti»

Sostegno costante all’Ucraina, ma è ora anche di potenziare la capacità di difesa occidentale perché «chi parla e si comporta come Putin non vuole la pace, ma andrà avanti», sostiene la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, in un’intervista alla radio tedesca Deutschlandfunk. «Se dobbiamo mantenere la pace nel nostro continente, allora dobbiamo investire nella difesa». Indica due modi: «Con contributi nazionali al bilancio Ue o le risorse proprie europee. Entrambi sono stati sperimentati». Di un possibile cambio di rotta, sempre in chiave difensiva, parla su X anche il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, suggerendo come pure l’alto rappresentante Ue Joseph Borrell, di «avanzare con urgenza verso una soluzione globale di difesa aerea per l’Ucraina». Le capacità di difesa, sono il grande nodo. Non è un caso che il primo ministro britanno Rishi Sunak abbia annunciato che, se rieletto, intende introdurre il servizio nazionale obbligatorio per i 18enni, con l’opzione di scegliere anche un programma di volontariato, ma chi percorrerà la carriera militare sarà pagato. Ripete «non manderemo nessun soldato italiano in Ucraina», il ministro degli Esteri Antonio Tajani, «non siamo in guerra con la Russia, puntiamo alla pace. E lo stesso vogliamo fare in Medio Oriente». Dalla Danimarca un segnale concreto: l’annuncio di aver preparato un piano d'azione congiunto con una serie di paesi dell'Ue (Svezia, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi e Polonia) per «integrare l'Ucraina nell'industria della difesa europea e fornirle accesso alle innovazioni europee in questo settore» (lo ha reso noto il ministro della Difesa Troels Lund Poulsen).

Le invettive di Biden

La prudenza. Nelle parole e nei toni, è il messaggio che arriva dall’Italia. All’indomani del nuovo attacco verbale del presidente americano Joe Biden, che ha definito senza mezzi termini il presidente russo Vladimir Putin, un «tiranno brutale», attirandosi le ire di Mosca. L’ambasciatore russo a Washington, Anatoly Antonov, considera questo comportamento «inaccettabile» per qualsiasi politico responsabile e soprattutto per il leader degli Stati Uniti, riporta l'agenzia di stampa statale Ria Novosti. «Con le sue invettive contro Putin - ha detto Antonov ai giornalisti - Joe Biden insulta l’intero popolo russo, che dimostra un’incrollabile unità attorno al leader del nostro Stato. La maleducazione verbale e i tentativi di affermarsi a scapito dell’immagine del nostro presidente riflettono la rabbia di Washington dovuta al fatto che la Russia, nel gergo americano, sta sfidando l'”ordine mondiale basato sulle regole”».

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