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Michel Houellebecq a Torino: “Non avrei mai pensato di essere oggetto di un ricatto”

4 settimane fa 3
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Dal ricatto che ha subito, al suo rapporto con le donne. Michel Houellebecq – scrittore francese di fama internazionale – al Circolo dei Lettori di Torino si è messo a nudo. L’occasione è stata l’anteprima del festival ‘Radici’ che avrà ufficialmente inizio il prossimo 24 ottobre con l’incontro con Irvine Welsh e che è diretto da Giuseppe Culicchia. 

Il ricatto pornografico

“Scrivere ‘Qualche mese della mia vita’ è stato un modo per esorcizzare cose che mi erano accadute e che mi avevano fatto soffrire. Cose anche penose”. Il riferimento di Houellebecq è anche al ricatto pornografico che ha subito: lo scrittore infatti aveva partecipato a un film porno di un regista olandese, ma a patto che la sua identità non venisse svelata. Cosa che non è accaduta.

“Non avrei mai pensato di essere oggetto di un ricatto”, ha poi spiegato, “Pensavo succedesse ad attori, musicisti e sportivi. Non a uno scrittore come me. È stato molto doloroso”. Da questa esperienza però anche la voglia di prendere di nuovo la penna in mano e raccontare cosa gli era successo.

La voglia di tornare a scrivere

‘Annientare’ doveva essere infatti il suo ultimo libro pubblicato, ma così non è stato perché successivamente è arrivato ‘Qualche mese della mia vita’ che Houellebecq non considera un vero e proprio diario. In futuro però potrebbero esserci ancora altre sorprese perché dall’esperienza dolorosa di aver subito un ricatto è nata la voglia di scrivere di processi: “Sono un po’ geloso di Emmanuel Carrère, è il mio scrittore preferito. Mi ispirerò a lui”, ha detto Houellebecq facendo riferimento a V13 il capolavoro di Carrère scritto seguendo i processi agli imputati delle stragi del 13 novembre 2015 a Parigi.

Misogino no, ma macho sì

Parlando invece del suo rapporto con le donne, Michel Houellebecq ha rifiutato l'etichetta di misogino: "A volte ci si dimentica che anche gli uomini possono subire violenza. Dentro un carcere o una caserma. Fossi stata donna avrei ricevuto più empatia", ha detto e poi ha concluso, "Non mi considero un misogino, ma potrei accettare di essere definito un macho. In un litigio se una donna piange un misogino si arrabbia, un macho si intenerisce". 

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