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Migranti, la stretta sugli aerei Ong: solo interventi concordati, ecco cosa cambia. Ma in Cdm il decreto slitta

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ROMA Doveva essere il gran giorno del decreto flussi a Palazzo Chigi, il via libera atteso alla riforma per i migranti regolari che lavorano in Italia. E invece sul tavolo del Consiglio dei ministri il governo ha messo un decreto legge corpulento - più incentrato sulla lotta all’immigrazione illegale che sui flussi regolari - e ha infine deciso di rinviare alla prossima settimana la svolta sull’immigrazione legale. Servono approfondimenti tecnici, «nessuno scontro nel governo» assicura ai cronisti il sottosegretario Alfredo Mantovano.

Dal Viminale come dal ministero della Giustizia, dove la norma ha preso forma, garantiscono che la sostanza rimarrà la stessa. A partire dalle nuove regole per i “click day”, la corsa delle aziende per assumere migranti stagionali da far lavorare in Italia. Non ci sarà più un solo portale per “prenotare” i lavoratori da mettere sotto contratto ma diversi canali di accesso, divisi per categoria. Ed ecco il calendario per il prossimo anno: il 12 febbraio e il 1 ottobre i click day delle imprese nel settore turistico alberghiero, per il settore agricolo la data da cerchiare in rosso è il 20 gennaio. Accorgimenti - come il nuovo tetto di tre richieste per le aziende che si mettono in fila - pensati per arginare truffe e raggiri della criminalità organizzata che lucra sul business dei migranti legali, denunciati dalla premier Giorgia Meloni con un esposto alla Direzione nazionale antimafia a giugno.

Le proposte

Ma il menù squadernato sul tavolo del Cdm è più ricco di quanto previsto alla vigilia e qualche piatto è risultato indigesto alla maggioranza. Fra le pieghe della bozza spuntano diverse norme contro l’immigrazione illegale. Pugno duro sulla scia del decreto Cutro. Una su tutte: la stretta sugli aerei delle Ong impegnati nella ricerca di migranti del Mediterraneo. Se i velivoli che sorvolano il mare in cerca di migranti in balia delle onde non avvisano le autorità «degli stati costieri» e «immediatamente e con priorità» i proprietari (inclusi eventuali affittuari) incorrono in multe salate - fino a 10mila euro - e perfino nel fermo. Un colpo alle Ong che vorrebbe eccome intestarsi Matteo Salvini - l’Enac, l’ente controllato dal ministero del capo leghista a processo per il caso Open Arms, da mesi ha preso provvedimenti per sanzionare questi aerei - ma la questione è giuridicamente delicata e servirà un nuovo check. Nel giorno in cui il capo dello Stato Sergio Mattarella in visita in Germania parla di migrazione legale come unica vera ricetta contro il business dei trafficanti, il governo rimanda di qualche giorno i brindisi per la rivoluzione del decreto flussi. Niente tensioni, giurano i ministri usciti in fila dal Cdm. Il diavolo però è nei dettagli ed è qui che si annidano le ragioni di una brusca frenata. Due in particolare. Il primo: il governo vuole mettere fine al limbo in cui si ritrovano i migranti che ottengono un permesso di soggiorno temporaneo e un contratto di lavoro, una volta che il contratto è scaduto. Non si possono rimpatriare il giorno dopo, come fossero irregolari, ma neanche lasciare in Italia come nulla fosse. Sicché è allo studio una soluzione da inserire nel decreto: un periodo “ponte” di sei o nove mesi per permettere allo straniero di firmare un nuovo contratto di lavoro e rinnovare il permesso temporaneo. Il secondo punto riguarda un annoso tema: le badanti. In Italia ci sono 3 milioni e 800mila anziani non autosufficienti e un disperato bisogno di persone che se ne prendano cura, ovviamente assunte. Per questo si studia un click-day ad hoc per dare precedenza all’entrata di chi, tra gli stranieri che cercano un permesso di lavoro nello Stivale, ha le competenze per prendersi cura degli anziani in difficoltà. Ma il rinvio last minute del decreto è dovuto anche ad altri intoppi.

Il giro di vite

Su una norma hanno discusso vivacemente anche durante una riunione fiume del pre-Cdm i tecnici del Viminale e di via Arenula. Prevede che per accertare l’identità di un migrante privo di documenti si possa ispezionare il suo cellulare. Di più: su richiesta del questore, il migrante sarebbe tenuto a esibire il telefonino e a consegnarlo per un controllo. Questione giuridicamente scivolosa per ragioni di privacy che trova d’accordissimo Piantedosi e molto meno il Guardasigilli Carlo Nordio.

C’è di tutto e di più in questo maxi-decreto che apre le porte ai migranti regolari ma mette due o tre mandate extra per chi entra in Italia senza permesso. Una norma prevede il trattenimento in un centro del migrante che chiede la protezione internazionale se non ha documenti o non paga la cauzione. Un’altra allunga i tempi per i ricorsi contro il diniego della protezione. Il decreto infine specifica che le garanzie per i richiedenti asilo valgono scattano «durantela procedura d’esame» della richiesta. Dunque non solo in Italia ma anche nei centri in Albania che il governo inaugurerà, con cinque mesi di ritardo, entro metà ottobre.

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