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Claudio Savelli 08 maggio 2024
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Sono quaranta. Quaranta nomi accostati al Milan per la successione a Stefano Pioli in panchina. Opera dei media, di noialtri e dei presunti insider che ne dicono di tutti i colori per poter dire, quando verrà annunciato il nuovo mister, che loro l’avevano detto per primi. È il mondo malato del calciomercato ma anche un po’ quello del Milan, che ha accettato in queste settimane di essere preso a nomi in faccia. Perché l’ad Furlani si è lamentato della pioggia, ma mica ha tirato fuori l’ombrello.
Non è reato comunicare la separazione da Pioli prima della fine del campionato, o quantomeno dire che ci sono delle riflessioni in corso. All’estero lo fanno senza problemi, in Italia vengono protetti i segreti di Pulcinella. E non è reato nemmeno suggerire al proprio pubblico quali sono i candidati, oppure qual è l’identikit. Il club dimostrerebbe di avere una visione chiara del proprio progetto e di essere minuzioso nella ricerca. Spiegare rafforza l’immagine, negare tutto, invece, la indebolisce perché permette agli altri di parlarci su. Così la curva rossonera ha iniziato la contestazione, chiedendo alla società di puntare in alto. Cosa che magari la società sta facendo, ma non è dato sapere.
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Il Milan è diventato un pungiball su cui tirare pugni sotto forma di nomi di allenatori. Poco corretto anche nei confronti di Pioli, che sopporta in silenzio. Ne sono stati nominati 40 ma si spera che non siano stati vagliati tutti: vorrebbe dire che manca una visione. Se il profilo ideale del nuovo mister è definito, ci possono essere due, tre, quattro, al massimo cinque candidati validi. Di certo non quaranta.
Conceição sembra rientrare nella categoria identificata (ma mai raccontata) dal Milan: internazionale, capace di restare a lungo in un posto (7 anni al Porto) e di valorizzare le risorse. Ora il portoghese sta trattando con il nuovo presidente del club, Villas Boas, per la rescissione del contratto appena rinnovato. Il Milan non vuole pagare clausole, motivo per cui De Zerbi resta in secondo piano (costerebbe 14 milioni liberarlo dal Brighton). Ma anche la situazione-Conceição fa riflettere.
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Ora è in pole position ma fino a qualche settimana non era “prendibile”, non essendoci certezze sul cambio di presidenza al Porto (Pinto da Costa era al comando da 42 anni). Dunque potrebbe essere una scelta di reazione alla reazione su Lopetegui (che ha detto sì al West Ham, nel frattempo) più che di progetto. Un’occasione di mercato, insomma, mentre Fonseca resta il piano B più credibile.
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Il capostipite dei 40 è stato Abate, attuale mister dell’Under 19 ed ex compagno di squadra di Ibrahimovic, neo consulente del club rossonero. Pura fantasia. Sono usciti perfino Allegri e Ancelotti, dietro al preferito che era chiaramente Emery. Poi Sarri, Zidane, Tuchel, Conte, Flick tra i più noti. Aggiungi Gasperini, Italiano, Thiago Motta, Gilardino, Palladino, Farioli (Nizza) tra gli “italiani” e i più esotici Gallardo (Al-Hittihad), Galtier (Al-Duhail), Hoeness (Stoccarda), Hurzeler (St. Pauli), Marsch (Leeds), Rose (Lipsia), Michel (Girona), O’Neil (Wolves), Potter (ex Chelsea), Schelotto (Paraguay) e Tedesco (Belgio) che a 40 ci si arriva facilmente. E il bello è che quasi tutti potrebbero essere veri, come Xavi e Amorim che sono stati nominati ma resteranno al Barcellona e allo Sporting rispettivamente, mentre Fonseca e Van Bommel rimangono le alternative più valide a Conceição, l’Alì Babà dei quaranta allenatori.