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L’espressione “Taharrush Gamea”, in arabo “molestia collettiva”, era già finita al centro delle cronache e della polemica politica dopo i festeggiamenti di Capodanno 2022 in piazza Duomo a Milano, quando diverse ragazze erano state aggredite sessualmente da un «branco» di giovani. A distanza di tre anni, la storia sembra ripetersi. È proprio questo, infatti, il fenomeno su cui la Procura di Milano sta indagando in seguito alla segnalazione di una studentessa belga, originaria di Liegi, che la notte del 31 dicembre si trovava in piazza Duomo con cinque amici. Lì, sarebbe stata circondata da un gruppo di «circa 40 uomini» che avrebbero iniziato a molestarla senza lasciarle alcuna possibilità di fuggire. «La prima cosa che ho detto alla mia migliore amica che tenevo per mano – ha raccontato la studentessa ai microfoni di Dritto e Rovescio – è stata: “Sto per morire”. Sentivo che stava per succedere qualcosa di grave. Mi sono sentita sporca, tutto esulava dalla mia volontà».
IL FASCICOLO
Il procuratore aggiunto Letizia Mannella e il pm Alessia Menegazzo nei giorni scorsi hanno aperto un fascicolo per violenza sessuale di gruppo a carico di ignoti e subito dopo sono stati attivati i canali di cooperazione tra Eurojust e polizie. Oggi, infatti, alcuni dirigenti della Questura milanese si recheranno in Belgio per ascoltare la testimonianza della giovane. Fondamentale sarà capire esattamente in quale punto della piazza sarebbero avvenute le violenze, così da cercare riscontri ed eventuali responsabili tramite la visione dei filmati.
Diverse immagini, tra telecamere comunali e video diffusi online, sono state già acquisite nei giorni scorsi e gli investigatori della Squadra Mobile le stanno passando al vaglio. Il sospetto degli inquirenti è che possano esserci anche altre vittime. Come ha più volte sottolineato la studentessa belga, infatti, a salvarla sarebbe stato «un signore italiano tra i 40 e i 50 anni», che era intervenuto per aiutare la compagna, a sua volta finita accerchiata dal branco. Lei e la giovane turista potrebbero non essere le sole.
«Non abbiamo presentato denuncia in Italia direttamente perché sul momento non ci rendevamo conto della gravità dei fatti», ha spiegato la ragazza. «Visto che avevamo il volo di ritorno l’indomani, avevamo solo una giornata per renderci conto di tutto. Eravamo sotto choc e abbiamo passato il primo di gennaio a parlare tra noi per metabolizzare tutto quanto. Non ci è proprio venuto in mente. Ho deciso di parlarne – ha aggiunto - i miei amici mi seguono dietro le quinte. Siamo tutti insieme, ma io ci metto la faccia». Un vero e proprio «incubo», per lei, che sostiene si sarebbe potuto evitare «se la polizia fosse stata più presente in piazza, perché – ha detto - a mio avviso erano troppo pochi in quel momento. Comunque siamo capitate nel posto sbagliato al momento sbagliato. È andata così».
GLI EPISODI
Quanto raccontato dalla giovane sembra riconducibile, secondo gli inquirenti, proprio al fenomeno delle “molestie collettive”, in segno di disprezzo per le donne, che avevano segnato anche il Capodanno 2016 a Colonia, in Germania, e successivamente quello del 2022 sempre a Milano. Episodi, quelli di tre anni fa, per i quali diversi giovani di origini straniere sono stati condannati per violenza sessuale. Il vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini è stato interpellato a Dritto e Rovescio in merito alla vicenda, ha osservato che «c’è un silenzio surreale da parte della maggioranza dei giornali e delle televisioni. Ci sono discussioni giuste sul patriarcato quando c’è un delinquente italiano che uccide una ragazza. E quando invece ci sono denunce di reati sessuali nel cuore dell’Italia, scompare il patriarcato».
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