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Milano: Palazzo giustizia ricorda strage 2015, 'morti inaccettabile, manca sicurezza'

10 mesi fa 9
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Milano, 9 apr. (Adnkronos) - Il Palazzo di giustizia di Milano e i familiari delle vittime ricordano la strage del 9 aprile del 2015 quando l'immobiliarista fallito Claudio Giardiello estrae dalla borsa la Beretta calibro 9, sfuggita ai controlli ai varchi d'accesso, e uccide - in un'aula al terzo piano, a pochi passi dalla sala stampa - l'avvocato Lorenzo Claris Appiani, il suo coimputato Giorgio Erba e il giudice Fernando Ciampi. Altre due persone rimasero ferite. "Un fatto sconvolgente dentro il tempio della giustizia, un tempio violato in cui hanno trovato una morte insensata il giovane avvocato Lorenzo, una persona giusta come Erba e l'intransigente giudice Ciampi" ricorda il presidente della corte d'Appello Giuseppe Ondei. Morti che bisogna "ricordare" e di cui occorre "fare memoria" perché, aggiunge il presidente dell'Ordine degli avvocati di Milano Antonino La Lumia, "in quest'aula nove anni fa poteva esserci chiunque".

E nonostante il trascorrere del tempo "questo dolore non è ancora metabolizzato. So che la risposta giudiziaria è stata per certi versi insoddisfacenti", sottolinea il presidente del Tribunale di Milano Fabio Roia ricordando l'assenza di risarcimenti e una falla nella sicurezza su cui "non possiamo intervenire per l'assenza di risorse. Morire sul lavoro è qualcosa di inaccettabile, morire in un palazzo di giustizia mentre si prova a fare giustizia è una drammaticità che non possiamo dimenticare". E non è casuale che 'Insieme, per non dimenticare' sia il titolo dell'iniziativa di oggi organizzata dal giudice Ilio Mannucci Pacini che fa parte dell'associazione sportiva Milano Legal Team, nata dopo "l'attacco alla giurisdizione", costituita da magistrati e avvocati che giocano insieme a basket e che ogni anno ricorda le vittime della strage con un torneo nazionale forense.

In prima fila, ad assistere alla commemorazione, i familiari delle vittime. "Tutti ricordano papà come un magistrato dal carattere integro, severo, e le leggende che girano in queste aule sono piuttosto vere. Era un cultore della legge, faceva bene il suo lavoro e ha sempre preferito fare il giudice, scrivere sentenze con passione. La memoria è una cosa privata, ma nel ricordare insieme forse si ricorda meglio e fa bene al cuore" le parole di Mario Ciampi figlio del giudice ucciso. E' visibilmente commossa Alberta Brambilla Pisoni, mamma del 37enne avvocato, presente nell'aula in cui sono morte tre persone, "un'aula in cui tutti ci siamo scoperti vulnerabili, vittime dell'incuria, di falle nel sistema di sicurezza, quella sicurezza che deve essere sempre l'obiettivo primario, anche se per i nostri cari è troppo tardi".

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