ARTICLE AD BOX
Si chiama l’AcchiappaTalenti ed è il nuovo, spericolato, format di Milly Carlucci, la donna riuscita a portare sulla tv italiana per quattro anni di seguito il surreale format coreano del Cantante Mascherato (per ora in panchina, «ma è solo in pausa» assicura lei). Stavolta niente maschere, ma una gara tra talent scout a chi riesce a trovare l’artista più “giusto” con cui formare una coppia.
Eurovision 2024, arriva il momento di Angelina Mango: dove vederla, orario, regolamento, classifica
Il cast
In onda da domani ogni venerdì in prima serata su Rai1, finale l’8 giugno, cinque concorrenti (Mara Maionchi, Teo Mammucari, Wanda Nara, Francesco Paolantoni e Sabrina Salerno) e tre giurati (Francesco Facchinetti, Flavio Insinna e Simona Ventura, «ripresa benissimo» dalla paralisi facciale che l’aveva colpita). Al timone lei, Carlucci, 69 anni, una certezza. Anche per la Rai: «Cedere alle sirene di altre reti? Ma dove la trovo la libertà d’espressione che ho qui? Dopo l’esperienza folle del Cantante Mascherato posso provare un’altra cosa, altrettanto nuova. In Rai ho una libertà innegabile. Con tutti i rischi che comporta». C’è chi scalpita per andarsene, e chi come Amadeus ha già firmato altrove (il Nove), lei alza le spalle: «Quando un talento ha deciso di andarsene, difficile convincerlo a restare. Non sono mica bambini da riportare all’asilo. È umano voler sperimentare, cambiare».
Sanremo, Milly Carlucci non condurrà il Festival: «Ho già i miei programmi, è un'impresa enorme»
Il Festival di Sanremo
Da una possibile conduzione di Sanremo si è tirata fuori quasi subito. Dice «non ho tempo», e in effetti «per un anno lavoro su Ballando e da settembre preparo l’Acchiappatalenti. E poi Sanremo non è solo condurre, ma fare il direttore artistico. Un lavoraccio». La proposta formale, comunque, «non è arrivata. E sto bene così». Tra i colleghi su quel palco ci vedrebbe bene Stefano De Martino, «dotatissimo e straordinario, a suo tempo ci arriverà», ma si capisce che il tifo lo fa per il collega di una vita, «Carlo Conti, solo o in coppia con Cattelan: affidabile, bravissimo, cos’altro deve dimostrare?». Quanto al suo, di talento, «direi la persistenza e la resistenza»: a scoprirla fu Arbore, che «vide le stelline nei miei occhi. E poi ho dovuto dimostrargli che ci aveva azzeccato». Lo stesso Arbore che oggi vede in Fiorello il suo erede: «Cerchiamo continuamente eredi e cloni, ma io non sono d’accordo. Fiorello è un gigante ma è Fiorello, Renzo è Renzo. Se Fiore farà un programma notturno, come quelli di Renzo, sarà diversissimo dai suoi. In ogni caso, pazzesco». E sul fatto di essere una delle poche colonne della Rai a non essere mai transitata nel glass del collega a VivaRai2!, «Nessun motivo particolare. Solo, non è capitato. Per chi come me finisce all’una di notte, hanno orari impossibili».