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«Caro Papa Francesco mio marito mi tradisce, è giusto perdonarlo sempre?» Una signora cattolica di nome Catia ha scritto una lettera aperta al pontefice per chiedergli cosa fare davanti al comportamento seriale del consorte che nel tempo ha minato seriamente il rapporto di fiducia esistente nel loro matrimonio. Il dilemma esposto dalla signora racchiude il dramma di tante coppie cristiane in crisi profonda. La risposta di Bergoglio a Catia è arrivata tramite il giornale della Basilica di San Pietro diretto da padre Enzo Fortunato che ogni mese pubblica una lettera emblematica corredata da una riflessione papale (in questo caso stata scritta prima del suo ricovero ospedaliero).
Perdonare, sintetizza Francesco, non è mai facile specie quando si è traditi nell'amore e nella fiducia, tuttavia anche se Gesù nel Vangelo esorta ad intraprendere la via difficilissima del perdono vi sono pure dei paletti da prendere in considerazione per decidere il da farsi.
Per esempio quelli esplicitati in alcuni capitoli della esortazione apostolica Amoris Laetitia del 2016. Francesco li ricorda, citando il testo di quel documento: «In alcuni casi la considerazione della propria dignità e del bene dei figli impone di porre un limite fermo alle pretese eccessive dell’altro, a una grande ingiustizia, alla violenza, o a una mancanza di rispetto diventata cronica. Bisogna riconoscere che ci sono casi in cui la separazione è inevitabile. A volte può diventare persino moralmente necessaria, quando appunto si tratta di sottrarre il coniuge più debole, o i figli piccoli, alle ferite più gravi causate dalla prepotenza e dalla violenza, dall’avvilimento e dallo sfruttamento, dall’estraneità e dall’indifferenza».
Nel caso di Catia però – in assenza di violenze gravi – Francesco suggerisce di fare insieme al marito «un cammino di accompagnamento, ad esempio alcuni incontri con una coppia cristiana impegnata a sostenere le coppie ferite, condividendo le esperienze di vita, le difficoltà, il perdono, la riconciliazione. Ci sono presso le parrocchie coppie che svolgono questo servizio, talora con una competenza specifica (counseling o supporto psicologico). A volte queste coppie hanno superato esse stesse gravi situazioni ed ora vivono serenamente. Ed è importante ascoltarle. Questo può essere il segno che lei chiede».
E' spesso, sottolinea il Papa, «un itinerario a ostacoli il perdono, ma insieme si può vivere una autentica conversione matrimoniale. Con la preghiera e il perdono, che costruiscono e rafforzano la conversione di ciascuno, il bene cresce e può vincere qualunque male. Niente è impossibile a Dio. Speriamo che suo marito accetti questo nuovo cammino, perché – se c’è l’amore in una coppia – l’amore può curare ogni ferita, e far risorgere il matrimonio. Pregherò per lei, Catia, e per il suo matrimonio. Lei non si dimentichi di pregare per me».