Morta dopo una trasfusione sbagliata a Torino: “Sacca di sangue era destinata ad altro paziente”

Annisa Defilippi 12 agosto 2024 11:25

Il 9 marzo 2023, Carla Raparelli, 71 anni, si trova ricoverata nella clinica Maria Pia Hospital di Torino per una trasfusione di sangue. Poco dopo l'inizio della procedura, muore. Le indagini condotte dalla Procura hanno rivelato che la sacca di sangue somministrata alla donna era destinata a un altro paziente, un uomo con un gruppo sanguigno diverso e non compatibile con il suo. 

Il pubblico ministero Giorgio Nicola ha concluso le indagini e ha richiesto il rinvio a giudizio per un medico e un'infermiera coinvolti nel caso. Secondo l'accusa, i due avrebbero omesso di eseguire i controlli necessari per verificare l'identità della paziente e la compatibilità del sangue, ignorando il fatto che l'unità ematica era destinata a un altro ricoverato. Non avrebbero inoltre verificato che il nome sulla sacca corrispondesse a quello di Carla Raparelli prima di procedere con la trasfusione. Parte offesa nel procedimento è la figlia della vittima difesa dall’avvocato Fabrizio Bonfante. 

L'errore è stato scoperto grazie a un'anestesista del reparto di Cardiochirurgia, che ha notato la trasfusione errata e ha immediatamente informato la direzione della clinica, nonostante le pressioni ricevute dai colleghi per rimuovere l'errore dalla cartella clinica. Durante le sue dichiarazioni in Procura, la donna ha raccontato di come un medico abbia cercato di dissuaderla dal rivelare l'incidente, facendo leva sul fatto che ha dei figli e che l'avrebbe rovinato.

L'inchiesta, avviata proprio a seguito di una segnalazione della clinica stessa, ha delineato le responsabilità dei sospettati, i quali non avrebbero rispettato le linee guida del Ministero per la prevenzione delle reazioni trasfusionali, né quelle interne alla struttura sanitaria, definite in un protocollo specifico risalente a dicembre 2022.

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