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Il Comune di Bergamo ha sporto denuncia-querela contro Antonio Porto, segretario generale nazionale dell'organizzazione sindacale autonoma polizia (Osa Polizia), per falsa testimonianza resa davanti alla commissione parlamentare di inchiesta sulla gestione dell'emergenza sanitaria Covid-19. La denuncia, deliberata dalla giunta comunale e inviata oggi alla procura di Roma, si riferisce - precisa il Comune di Bergamo in una nota - alle dichiarazioni rilasciate da Porto il 19 novembre 2024 alla commissione parlamentare di inchiesta.
Secondo il Comune Porto "avrebbe falsamente affermato che durante l'emergenza sanitaria del marzo 2020, i camion militari che trasportavano le bare da Bergamo avrebbero trasportato solo una bara per mezzo, al fine di creare un'immagine di forte drammaticità". Una ricostruzione che il Comune contesta con fotografie e altre prove, spiegando che il "18 marzo 2020 partirono dal cimitero di Bergamo otto camion militari con 73 persone, divisi in tre carovane: una verso Bologna con 34 defunti, una verso Modena con 31 defunti e una a Varese con 8 defunti".
"Le dichiarazioni rese da Antonio Porto in data 19 novembre 2024 innanzi alla citata commissione parlamentare di inchiesta si appalesano false e mendaci e tese tra l'altro a sostenere, altrettanto falsamente, che le operazioni di trasporto a mezzo dei camion militari sarebbero servite per indurre la popolazione a prestarsi alla inoculazione del vaccino contro il Covid-19, oltre che per soggiogare la popolazione al lockdown", si legge in un passaggio della denuncia-querela.
"Questa vicenda - sottolinea l'assessore ai Servizi cimiteriali Giacomo Angeloni - riporta alla luce il dolore di Bergamo in quei giorni drammatici, e non rispetta la dignità delle vittime oltre che l'operato delle istituzioni che in una emergenza inimmaginabile hanno fatto fronte e a cui va il nostro ringraziamento. Ero presente personalmente quella sera del 18 marzo 2020, come in tutte le altre occasioni di trasferimento di defunti dal cimitero ad altri forni crematori. La scelta del trasferimento delle salme si era resa necessaria in quanto il nostro forno crematorio poteva gestire le cremazioni di 27 feretri nell'arco delle 24 ore, e il numero di morti era quattro volte superiore alla media. In ogni occasione in cui è stata negata la verità, il Comune di Bergamo ha scelto di rivolgersi alla magistratura".