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È morto anche il fratellino gemello di Juma, il neonato deceduto per il freddo a Gaza. Il piccolo Ali Al-Batran non ce l'ha fatta. Ipotermia: è quando il corpo, specie quello di un bimbo di un mese dentro una tenda esposta ai bombardamenti e al gelo di dicembre, non ce la fa a sopportare le temperature invernali e non c'è modo di riscaldarlo perché a Gaza non c'è elettricità, non c'è gas, l'acqua è fredda e manca persino il cibo. La guerra che imperversa fuori arriva lenta dentro le culle e uccide così: col freddo.
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È morto di freddo anche il gemello di Juma, è il sesto neonato morto a Gaza in una settimana
I due fratellini sono morti di gelo, a distanza di poche ore. Juma è morto l'altro ieri a Gaza, poi anche Ali non ce l'ha fatta ed deceduto in una tenda nel campo profughi di Deir Al-Balah, nel centro della Striscia. Lo scrive l'agenzia palestinese Wafa citando fonti mediche. Si tratta del sesto neonato morto per il freddo in una settimana.
Pochi giorni fa, quattro bimbi di età compresa tra i 4 e i 21 giorni sono morti a causa delle basse temperature e del forte freddo.
Le bombe dell'esercito israeliano non risparmiano gli ospedali perché lo Stato ebraico li ritiene centri di comando di Hamas e così dopo aver arrestato negli ultimi giorni centinaia di persone all'ospedale Kamal Adwan nel nord della Striscia, nelle ultime ore le Idf hanno prima colpito l'ospedale al-Ahli a Gaza City e poi l'al-Wafaa, nella parte occidentale della città, provocando in quest'ultimo caso la morte di almeno sette persone e il ferimento di diverse altre.
I gemellini Juma e Ali morti di freddo a Gaza
Juma al-Batran è morto nel 450mo giorno di guerra. Ora il freddo e gli stenti prodotti dalla guerra falciano anche la vita del suo fratellino Ali.
«Non c'è elettricità. L'acqua è fredda e non c'è gas, riscaldamento o cibo», aveva detto disperato ad Al Jazeera dopo la morte di Juma, il padre dei bimbi morti, Yahya al-Batran.
«I miei figli - ha aggiunto - stanno morendo davanti ai miei occhi e a nessuno importa.
Juma è morto e temo che il suo fratello gemello Ali possa seguirlo». La paura di papà Yahya si è avverata.
E mentre l''ufficio stampa governativo di Gaza afferma che a partire dalle prossime ore sono previste altre forti piogge, aggravando così la sofferenza di due milioni di persone confinate nella Striscia, molte delle quali sono prive di un riparo adeguato, Ahmed Alfarra, medico nel reparto maternità dell'ospedale Al Tahreer di Khan Younis afferma che ogni giorno deve registrare cinque o sei casi di ipotermia nei neonati.
Ipotermia e carestia: Food for Gaza, l'aiuto italiano
Oltre al gelo che sta facendo soccombere i bimbi palestinesi, c'è il problema del cibo. Il nostro Paese sta contribuendo alla distribuzione di derrate alimentari e medicinali alla popolazione palestinese. L'iniziativa si chiama “Food for Gaza”. Il 27 e il 28 dicembre sono state distribuite alla popolazione di Gaza, a cura di Rahma Worldwide, 19 tonnellate di aiuti alimentari italiani, donati da aziende italiane aderenti a Coldiretti e Confagricoltura. Gli aiuti sono arrivati in aereo ad Amman. «Continueremo con la nostra assistenza alla popolazione civile, mentre invitiamo le parti a aggiungere un accordo che permetta di liberare gli ostaggi ad aiutare massicciamente chi è stato colpito in questi mesi dalle operazioni militari», ha detto il ministro degli Esteri italiano.
La malnutrizione tra le madri ha portato alla comparsa di nuovi casi di malattia tra i bambini, aggravando la situazione sanitaria. Il direttore del Soccorso medico a Gaza Muhammad Abu Afash, ha affermato che i bimbi muoiono ogni giorno a causa del forte freddo e della mancanza di beni di prima necessità come cibo, bevande e latte, tende, coperte, vestiti.
Imperversa il freddo ma continuano anche le bombe. A 14 mesi dall'inizio della guerra la situazione in Medioriente non accenna a migliorare e registra, anzi, vittime come i due gemellini Juma e Ali, morti di stenti in una tenda a Gaza.