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Anche se manca il responso definitivo dell'autopsia, per cui saranno necessari tre mesi (lo si aspetta quindi per inizio novembre), è quasi certo che Gianfranco Trombadore, l'imprenditore di Brusasco morto nel cortile della sua azienda di pallets e pellet di via Verrua Savoia lo scorso 8 agosto 2024, sia deceduto a causa di un malore che lo ha colto durante il litigio con tre persone e non, quindi, a causa della caduta. Il medico legale Mario Apostol, incaricato dal pm Mattia Cravero della procura di Ivrea, ha infatti fornito un primo resoconto che parla appunto di tracce di un infarto che sarebbe stato fatale al 55enne.
Si alleggerisce la posizione dei tre indagati
Per l'accaduto sono indagati, con l'accusa di omicidio preterintenzionale, due conviventi albanesi, lui di 54 e lei di 55 anni, residenti a San Mauro Torinese, e il loro figlio 25enne residente a Torino. I tre hanno deciso di farsi assistere dall'avvocata Concetta Cagia e, se l'autopsia confermasse il primo responso del medico legale, vedrebbero la loro posizione decisamente alleggerita. I tre, insieme a un'altra figlia rimasta in auto, erano andati da Trombadore con l'intento di richiedere il pagamento di alcuni lavori di decorazione che avevano eseguito e ne era nata l'accesa discussione, in cui la donna sarebbe stata anche vista brandire un cric.
Lascia la moglie, tre figlie e la sorella ex sindaca
I funerali di Gianfranco Trombadore, che gestiva la ditta, prima di proprietà dei genitori, dagli anni '90, si sono tenuti lo scorso 19 agosto, dopo che la procura ha dato il via libera. L'uomo lascia la moglie Gilma, tre figlie minorenni e la sorella Luciana, ex sindaca del paese fino allo scorso giugno. Quest'ultima lo ha ricordato con un post su Facebook.
"Voglio ricordarti così in un giorno felice dove il tempo non aveva ancora tinto di grigio i tuoi capelli... Voglio ricordarti da piccoli quando la malattia non ci aveva ancora sottratto l'affetto dei nostri genitori... Voglio ricordarti così... E poi il mio sguardo si ferma nel vuoto e riemergono le immagini di te a terra in un corpo senza vita... Ma io voglio ricordarti così: io e te al mare con un cielo azzurro, un sole fantastico in quelle vacanze estive dai nonni con tutti i cugini, in quel giorno in cui mi hai insegnato a nuotare, mi hai tolto i braccioli e mi hai detto 'facciamo un giro alla boa e torniamo'... Ed io non avevo paura... C'eri tu... Voglio ricordarti così... Io e te a scorrazzare per il magazzino, non con il monopattino come i ragazzi di oggi, ma con muletto e transpallet... Voglio ricordarti così... Ma poi il pensiero del beep beep del defibrillatore continua a risuonare nei miei pensieri... Ma io voglio ricordarti così: caparbio, testone, orgoglioso e cocciuto... Non voglio tenere con me il tempo dei rapporti difficili, il tempo in cui i problemi hanno preso il sopravvento sugli affetti. Io voglio ricordarti così....perché nessuno aveva il diritto di porre fine alla tua vita. Voglio ricordarti così.... Gran lavoratore, padre, brusaschese, marito, a volte testardo ma per sempre fratello...".
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