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Multilateralismo, cooperazione economica e passi avanti sui mercati di capitali: il secondo giorno di lavori del Consiglio europeo

9 mesi fa 13
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BRUXELLES. Coordinamento delle politiche economiche, la necessità di attuare, in fretta e bene, i piani nazionali per la ripresa, e creare le giuste condizioni per attrarre gli investimenti necessari alla doppia transizione verde e digitale incardinata nel Green Deal europeo. Il secondo giorno di lavori del vertice del Consiglio europeo si concentra sull’economia e la necessità di continuare a procedere insieme su un’agenda comune da cui dipende in larga parte la comune competitività.

Sciolti i nodi su Medio Oriente, Ucraina, difesa, preparazione a situazioni di potenziale minaccia, immigrazione, i punti politicamente più sensibili dell’agenda dei leader, i Ventisette possono ora concentrarsi alla parte di agenda del vertice che non vede sul tavolo questioni oggetto di stallo né possibile scontro. I capi di Stato e di governo incontreranno innanzitutto i leader di Islanda, Liechtenstein e Norvegia, per celebrare i 30 anni dell’Area economica europea, la particolare unione commerciale tra Ue e quei Paesi che nell’Ue hanno deciso di entrare in modo parziale, diverso, ma comunque in uno spirito di quel multilateralismo che l’Unione europea tanto ha sbandierato in questi anni, Le celebrazioni sono un messaggio per l’altra sponda dell’Atlantico, e un Donald Trump intenzionato, e con slancio, a tornare alla Casa Bianca.

Ma la prosperità non possa solo per la cooperazione economica, passa anche attraverso il mercato dei capitali che l’Unione europea ancora deve costruire e che ha sempre più necessità di realizzare. E’ questo il punto principale della riunione dell’Eurosummit, l’’Eurogruppo a livello di leader anziché a livello di ministri dell’economia e delle finanze. La doppia transizione verde e digitale richiederà investimenti aggiuntivi per 650 miliardi di euro fino al 2030, secondo le stime della Commissione europea. Soldi da reperire soprattutto tra privati. L’unione dei mercati dei capitali diventa uno strumento fondamentale, come sottolineato dal presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, nella lettera ai leader in vista della riunione di oggi. «Creare un mercato unico dei capitali ben funzionante ed efficace attraverso il progresso dell’Unione dei mercati dei capitali è una necessità per l’Europa». E’ da qui che si gioca la partita della «competitività dell’area euro, fondamentale per rispondere ai profondi cambiamenti che si verificano nel panorama economico globale».

La discussione non si annuncia particolarmente lunga. Anzi, gli addetti ai lavori parlano di tempistiche attese brevi. Si attende il mandato ai ministri per continuare a ragionare sull’architettura del mercato dei capitali, l’invito ai Paesi a tenere i conti in ordine finché non entreranno in vigore le nuove regole del patto di stabilità riformato (c’è un accordo inter-istituzionale, ma l’iter di approvazione non è ancora concluso), e poi il giro di tavolo con Christine Lagarde. con i capi di Stato e di governo la presidente delle Bce discuterà del contesto economico e, soprattutto, di prospettive. Tra queste il momento del taglio dei tassi di interesse. Lagarde ha fatto capire che potrebbe avvenire a giugno, sulla base dei dati che in quel momento saranno più completi di quanto lo siano oggi, ma la stessa Lagarde ha anche detto di voler aspettare i dati di aprile, che è praticamente dietro l’angolo.

A Bruxelles si attende un secondo giorno di vertice non particolarmente impegnativo. Potrebbe finire presto, perché a livello decisionale il menù è poco fornito. Anche sul dibattito previsto sull’agricoltura, resta ferma l’impegno a venire incontro alle richieste del mondo del settore, con le misure necessarie di breve termine e di più lungo periodo. Ma non è oggi il momento di mettere sul tavolo queste misure. Le prime la Commissione von der Leyen le ha già adottate, concedendo maggiore flessibilità, condizionalità ambientali, non più rotazione ma diversificazione delle colture, esenzione di controlli e multe per imprese sotto i 10 ettari di terreno (una decisione, quest’ultima, molto apprezzata in Italia dato che le imprese sotto di 10 ettari di superficie agricola sono il 65% delle nostre aziende attive). E’ sul secondo set di misure che i leader chiederanno ai ministri e alla Commissione di lavorare.

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