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Impressioni di marzo, stavolta. Musicali e artistiche. Alla Fabbrica del Vapore (ex Cisterne) di Milano si è alzato il sipario su un evento speciale (sino al 31 marzo), il dialogo tra due artisti che hanno fatto di suono e colore un territorio di ricerca artistico-umanistica: Beppe Assenza pittore siciliano e Franco Mussida chitarrista lombardo-globale. Il risultato sono due mostre che solleticano gli occhi, la testa e le orecchie, “Assenzaessenza, al cuore del colore” e “Accordi celesti – Visioni della Musica prima della Musica”.
Assenzaessenza
“Assenzaessenza” richiama a Milano oltre 80 lavori, organizzati in nove sezioni tematiche, con l’obiettivo di rivelare il volto meno conosciuto di Beppe Assenza: i ritratti degli anni ’30-’50, impresa nella quale si era cimentato inizialmente proprio a Milano, opere d’arte che riflettono le influenze dei movimenti artistici internazionali.
Ideato dall’Associazione Amici di Beppe Assenza, il percorso ripropone il viaggio dell’artista nato a Modica nel 1905 E scomparso nel 1985), dall’affresco sacro all’Espressionismo, per spaziare poi con l’acquarello e la prospettiva di colore nel solco di Rudolf Steiner. Proprio negli anni svizzeri, oltre al lavoro creativo e alle mostre europee, l’artista ha elaborato un «metodo oggettivo del colore» qui presentato, sperimentato durante gli anni di insegnamento nella scuola internazionale di pittura da lui fondata a Dornach nel 1969.
Franco Mussida è da anni l’anima di un nuovo Codice Musicale. Lasciata la Premiata Forneria Marconi che gli ha dato fama e gloria, si è dedicato a tempo peno alla sua scuola di musica e all’approfondimento un nuovo impianto filosofico fondato proprio sulla percezione musicale. Lo ha sperimentato tra carceri e comunità di recupero per 35 anni, traendo spunto per il suo lavoro visivo che dal 2013 porta in spazi museali, pinacoteche, gallerie, parchi pubblici.
Lo studio è sfociato inizialmente nella scrittura di libri e saggi, tra cui La Musica Ignorata (Skira) libro catalogo cui presenta il suo primo essenziale lavoro sui poteri emotivi dell’intervallo musicale. A seguire il Pianeta della Musica (Salani) e l’Oro del Suono antologico che ripercorre le tappe del suo impegno artistico visivo, che ospita pensieri sul suo lavoro di: Martina Cognati, Giacinto Dipietrantonio, Demetrio Paparoni, Alberto Zanchetta, libro in cui descrive le caratteristiche dei cinque elementi oggettivi del codice musicale in relazione alla soggettività della singola persona.
Accordi celesti – Visioni della Musica prima della Musica
Con “Accordi celesti – Visioni della Musica prima della Musica”, Mussida svela a Milano una storia visivo fondata sugli aspetti che fanno della Musica un linguaggio universale. Mostra un insieme di principi che costituiscono l’ordito su cui si intreccia la vibrazione sonora, dando corpo ad ogni tipo di flusso musicale, forma, genere e stile. Rende, cioè, visibili i principi del Codice Musicale, quelli che governano la vibrazione sonora che si muove nel tempo del nostro microcosmo.
Una vibrazione vitale invisibile che eccitata, sfregata, percossa, diventa udibile. Diventa timbro sonoro che procede in modo ritmico, con flussi monofonici, bifonici e polifonici. Il Codice Musicale non ha forme. Si può definire sia: «Musica prima della Musica» pura vibrazione sonora che, come il puro colore, vive idealmente di una realtà propria inudibile, ma sempre pronta a farsi sentire.
Le opere in mostra
Nello spazio dedicato al suono si fa subito notare una grande scultura, la rappresentazione visiva un “Accordo”, un’immagine di Sacralità che emerge da una Triade Maggiore. Un’opera pensata appositamente da Mussida per questo evento.
La scultura è composta da tre grandi “Uomini Suono”, simbolo del nostro essere costituiti da un corpo vibrante, da immaginazione, a da energia emotiva che si manifesta in modo spontaneo e diretto grazie al suono organizzato, grazie alla Musica. Il risuonare di questo specifico accordo produce forze della Speranza.
Forze di luce che si stringono a sandwich attorno ad un’anima centrale fatta di buio, del nero che ci vive dentro. Le tre figure hanno infatti la superficie anteriore e posteriore ricoperta di una pellicola d’oro, e in mezzo un’anima nera che si intravvede di lato.
È il «tre» dell’Accordo, di un’immagine sociale che supera la dualità manichea della linea che unisce due punti, proponendo un triangolo, linee che creano uno spazio vuoto. Uno spazio interno, che è spazio interiore, dove di colloca la sfera affettiva ed emotiva individuale.
In mostra sono rappresentati tutti gli elementi del codice Musicale, ciascuno attraverso una simbologia fatta da numeri, da linee di forza emotiva e dalla figura archetipica dell’Uomo Suono, un simbolo essenziale nel lavoro di Mussida. Un simbolo che ricorre nel racconto visivo di due degli elementi del Codice Musicale: la Melodia e l’armonia. La prima è l’unica cosa che si manda a memoria. È mostrata artisticamente in modo tridimensionale con alcune opere che mettono in risalto il procedere monofonico; “Accenni D’Inni”, che comprende anche una visione dell’Inno di Mameli.
È presente anche la visione del Timbro attraverso un’opera pittorica (Il suono dell’Om), che rende visibile l’energia emotiva nello spazio. Il Tempo e il ritmo vengono visualizzati invece grazie alla proiezione di vetrini che mostrano la formazione di cristalli creati dal movimento sonoro di due soli suoni.
L’effetto delle forze della bifonia (Intervallo musicale, preludio di armonia) è quello di sposarsi con l’intima natura emotiva ed affettiva della persona, modificando lo stato d’animo. Una magia che viene mostrata attraverso una “Stazione d’ascolto con vista sulla Musica” che riproduce il suono di un intervallo di Quinta.
Proprio in quanto prescinde dalle forme, il Codice Musicale, “la Musica prima della Musica”, opera nello stesso modo ed è presente in ogni forma, genere o stile. I suoi cinque elementi oggettivi convivono contemporaneamente o/e disgiuntamente, ciascuno con il preciso compito di eccitare e dialogare con ogni elemento della nostra complessità visibile e invisibile.