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Natisone, tre ragazzi travolti dalla piena del fiume: l'abbraccio disperato prima di sparire. Continuano le ricerche

5 mesi fa 2
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Pochi minuti prima l’isola di ghiaia era estesa, accogliente, incastonata al centro del fiume, circondata dalla vegetazione, sotto un ponte. L’acqua di solito è verde, cristallina, uno scenario paradisiaco, qui è stata girata anche una scena di uno dei film di Diabolik. Un ragazzo di 25 anni e due ragazze di 23 e 21 (una è originaria di Colleferro, in provincia di Roma) sono arrivati da Udine, che dista circa sedici chilometri, hanno parcheggiato l’auto, una Bmw station wagon, e hanno camminato fino all’isolotto. Sono vestiti, non hanno il costume, le temperature sono ancora basse, non vogliono fare il bagno come è normale in estate, anche se ci sarebbe il divieto di balneazione.

Friuli, ragazzi travolti dalla piena del Natisone: cosa è successo? La corrente, l'abbraccio e la fune mancata

LA RICOSTRUZIONE

«È una zona molto bella, volevano scattare delle foto. Al paesaggio e a loro stessi, lo fanno in tanti. Ma uno del posto non sarebbe mai andato, perché negli ultimi giorni è piovuto molto e noi lo sappiamo cosa succede quando il fiume s’ingrossa. In pochi minuti ciò che era asciutto, come l’isola, sparisce» racconta Michele De Sabato, sindaco di Premariacco, il piccolo comune della provincia di Udine, dove scorre il fiume Natisone.

Sono le 13. I tre - un ragazzo di 25 anni e due ragazze di 23 e 20 - scherzano, scattano le foto con gli smartphone, non si accorgono che il fiume si sta ingrossando. Vengono sorpresi dalla piena che in pochi minuti divora l’isola. All’inizio hanno ancora spazio, ma capiscono che l’acqua è troppo alta per raggiungere la riva. Sono le 13.30, una voce di ragazza chiama i vigili del fuoco: per favore venite ad aiutarci, non sappiamo come fare, qui l’acqua è alta e sale velocemente, fate presto. Poco dopo, alle 13.35, sul ponte Romano passa uno scuolabus, l’autista nota i ragazzi, si mette le mani nei capelli e anche lui dà l’allarme al 112.

Accorrono in forze i vigili del fuoco, mentre come in un film l’acqua sale fino alla cintura e i tre ragazzi sono circondati: non c’è più una zona asciutta. Provano ad abbracciarsi ed è in quel momento che qualcuno dall’alto registra un video che sarà rilanciato dai siti e dai social. I tre si stringono, legati l’uno all’altro, un minuto, due minuti, «per favore fate presto», disperati, la forza del fiume è sempre più impetuosa, provano a stringersi con ancora più disperazione, per non essere trascinati via, per non essere inghiottiti. I vigili del fuoco non si fermano un secondo, provano a trovare un modo per raggiungere i ragazzi, da un braccio meccanico lanciano delle funi, i tre provano ad afferrarle, non ce la fanno. Poi il fiume vince, diventano tre puntini nell’acqua cupa del fiume. In molti hanno criticato chi ha realizzato il video dei tre ragazzi che si abbracciano, «doveva scendere ad aiutare invece di riprendere». In realtà i vigili del fuoco stavano già facendo tutto ciò che era possibile per salvare i tre ragazzi e documentare ciò che stava avvenendo è comunque importante, anche come monito sui rischi che nasconde un tratto d’acqua in un periodo di maltempo. «Ma per favore non puntiamo il dito contro questi tre ragazzi o su una loro presunta imprudenza. È successo tutto molto rapidamente, non potevano sapere cosa rischiavano». Sì, perché nel magma di malvagità dei social c’è perfino chi scrive «se la sono cercata».

Natisone, chi sono i tre giovani dispersi nel fiume: due sono ragazze, hanno tra i 17 e i 25 anni

SPERANZA

Aggiunge il sindaco: «Io spero ancora di trovarli in vita, sono giovani, magari sono riusciti ad aggrapparsi da qualche parte». De Sabato ha lanciato un appello ai suoi cittadini: chi passava sul ponte e ha visto qualcosa, per favore ci chiami, ogni informazione può essere utile. Dei tre dispersi, due erano fidanzati, mentre la terza ragazza era un’amica. Più nel dettaglio: Patrizia C., 21 anni, è la giovane originaria di Colleferro, mentre Bianca D., 23 anni, è di nazionalità romena, così come il ragazzo di 25, di cui ancora non si conoscono le generalità. Fino a ieri sera erano dispersi, altro non si può aggiungere. In passato il corpo di chi è annegato in quel fiume è stato trovato anche dopo tre anni, perché ci sono rocce e grotte. «Ma noi continuiamo le ricerche per tutta la notte» ripetono i vigili del fuoco arrivati da tutta le regione perché proprio come il sindaco sperano di trovarli ancora in vita. Sono state esaminate le immagini delle telecamere di una centrale idroelettrica della zona. Dice alle 20.30 il direttore regionale dei vigili del fuoco, Agatino Carrolo: «Sul campo abbiamo una trentina di uomini, con reparti specialistici del soccorso acquatico (sommozzatori, reparto volo di Venezia, fluviali e topografi). Non ci fermeremo fino a quando non li troveremo».

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