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Neonato morto nella culla termica a Bari, indagini sul cellulare del parroco. Le impronte digitali e il blackout elettrico, cosa sappiamo

2 giorni fa 1
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Davanti alla chiesa, accanto ai sigilli, qualcuno ha deposto un fiore bianco e un piccolo peluche: a Bari non si placano il dolore e la commozione per la vicenda del neonato abbandonato e trovato morto in una culla termica la mattina del 2 gennaio all’esterno della parrocchia di San Giovanni Battista, al civico 53 in via Arcidiacono Giovanni, nel quartiere Poggiofranco. Intanto continuano senza sosta le indagini da parte degli uomini della squadra mobile della questura di Bari per risalire innanzitutto all’identità del piccolo, di circa un mese. Ieri mattina il procuratore aggiunto della procura barese, Ciro Angelillis, ha conferito l’incarico di effettuare l’autopsia al professore Biagio Solarino e al suo staff di medici legali.

I RILIEVI

L’esame autoptico dovrà chiarire le dinamiche della morte del piccolo e in particolare se quel corpo sia stato lasciato già senza vita oppure se il cuore del bimbo stesse ancora battendo. Poi occorrerà stabilire cosa ha causato il decesso. L’autopsia, inizialmente prevista per ieri, è stata rinviata. Secondo fonti ben informate, si tratterebbe di una scelta legata a un tecnicismo: al momento, infatti, nel fascicolo aperto in Procura per l’ipotesi di reato abbandono di minore con l’aggravante della conseguente morte, non c’è ancora nessun iscritto. Si attendono sviluppi nelle indagini per giungere ad un nome e permettere eventualmente a quest’ultimo di nominare un perito che possa prendere parte all’autopsia. Gli uomini della scientifica hanno rilevato le impronte digitali ritrovate all’ingresso della struttura e nella culla, che verranno confrontate con quelle esistenti nella banca dati di polizia. Acquisiti anche i filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona.

Un altro filone d’indagine riguarda il possibile malfunzionamento dell’impianto d’allarme della culletta termica. Sotto questo aspetto la procura affiderà nelle prossime ore un incarico tecnico specializzato che dovrà stabilire se l’impianto fosse funzionante e soprattutto perché non abbia mandato il segnale di allarme sullo smartphone del parroco, don Antonio Ruccia, che potrebbe esser acquisito agli atti come reperto probante proprio il cellulare del sacerdote.

I LAVORI

C’è poi da verificare quanto dichiarato da don Marco Simone, il sacerdote che in questi giorni sta sostituendo il parroco, secondo il quale nei giorni scorsi ci sarebbe stato un blackout elettrico, che potrebbe aver compromesso la funzionalità del sistema di allarme della culla termica (all’interno c’è infatti un rilevatore di peso che se sollecitato manda un segnale di alert). Don Simone ha dichiarato: «Una settimana fa siamo stati senza corrente. La società erogatrice del servizio ha cercato di rimediare, di riparare il guasto in quel momento perché arrivavano le festività natalizie. Ci hanno detto che sarebbero ritornati e so che stanno facendo lavori da qualche giorno». Nelle prossime ore verranno ascoltati dagli investigatori anche i tecnici responsabili di zona che dovranno spiegare quale tipo di blocco sia avvenuto sulla linea elettrica della chiesa.

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