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Nissan mostra da tempo segnali di debolezza e una fusione con Honda potrebbe esserle conveniente. “L'aumento dei costi di sviluppo dei veicoli elettrici e delle batterie rende necessaria una cooperazione” nel settore auto per investire di più e garantire le catene di fornitura, commenta Tatsuo Yoshida, analista di Bloomberg Intelligence. Di fronte a una redditività sempre più limitata, anche “Honda deve aumentare la propria competitività” attraverso economie di scala, spiega anche Seiji Sugiura, esperto di Tokai Tokyo Intelligence. Soprattutto alla luce del fatto che, a maggio, l'azienda ha annunciato l'intenzione di raddoppiare gli investimenti nell'elettrificazione entro il 2030, con l'obiettivo di produrre veicoli 100% elettrici entro il 2040, mentre attualmente la sua gamma non ne comprende nessuno. Honda e Nissan sono rispettivamente il secondo e il terzo produttore giapponese di auto.
Quindi, se la loro fusione andasse a buon fine - coinvolgendo anche Mitsubishi -, potrebbe dare vita alla terza azienda di automotive al mondo, dietro Toyota e Volkswagen. Il matrimonio sarebbe però impari e presenterebbe alcune difficoltà, secondo gli analisti. Honda è valutata in borsa circa 41,6 miliardi di dollari, contro i 10,6 miliardi di Nissan. “Data la posizione finanziaria indebolita di Nissan, Honda potrebbe cercare di aumentare la propria influenza sulla governance”, avverte Yoshida, anticipando trattative "molto complicate". Inoltre, i due gruppi producono modelli simili per gli stessi mercati, e questo solleva lo spettro di eventuali tagli occupazionali potenzialmente costosi. Tuttavia, sempre secondo Yoshida, “a differenza del rapporto conflittuale con Renault, la stabilità finanziaria e l'orientamento tecnologico di Honda” offrono a Nissan una partnership “più equa”.