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Il miracolo della favola di Natale scritta nell'orrore di un lager

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Natale del 1944, di 80 anni fa: Oflag XB di Sandbostel, Germania. Nel campo di prigionia l’Internato militare italiano n° 6865, Giovannino Guareschi, scrive e mette in scena «La favola di Natale», spettacolo che, con le musiche di Arturo Coppola (suo vicino di letto a castello dal cui piano superiore faceva calare a Giovannino le musiche) verrà rappresentato proprio la vigilia del Natale 1944. Dopo quella rappresentazione, Giovannino presenterà al pubblico la sua «Favola» e lo farà a Natale del 1945, appena rientrato dalla prigionia, a Milano, al teatro «Angelicum». Pubbichiamo qui di seguito le parole con cui Guareschi presentò la sua commovente opera.

Ecco uno spettacolo che ha bisogno di istruzioni per l’uso. Anzi: ecco uno spettacolo che non è uno spettacolo. Questa favola è nata come una nostalgia e tale è ancor oggi: ma allora - quando nacque - era tanta la miseria che la circondava, che anche la nostalgia poteva essere considerata uno spettacolo interessante e così ebbe l’onore di presentarsi da un palcoscenico a un folto pubblico. Questa sera noi vi rifaremo lo spettacolo tale e quale come nacque: dei poveracci originali solo due sono presenti: Coppola e io: tutti gli altri sono signore e signori rispettabilissimi i quali non hanno niente a che vedere con gli improvvisati musici, cantanti e coristi d’allora. Ad ogni modo è stata rispettata la primitiva stesura delle musiche e, tutt’al più, invece dell’ocarina e della chitarra, avremo un flauto e un pianoforte. (...)

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