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Stavano rientrando da una battuta di pesca per trasferire sul mercato locale le vongole lupino che sarebbero state vendute per il cenone della vigilia di Natale. Invece il maltempo ha colto di sorpresa il peschereccio “Sette Fratelli” proprio al largo del chiosco “40° all’ombra” di Focene. In poco tempo il natante adibito alla cattura di molluschi è stato sommerso da onde alte due metri, a causa di una prevista ma improvvisa libecciata, e i due pescatori a bordo del 13 metri sono finiti in acqua nonostante il tentativo di trovare riparo nella cabina di pilotaggio.
L’arrivo del cattivo tempo è stato così improvviso che i due “vongolari” non sono riusciti a lanciare il mayday e l’sos alla sala operativa della Guardia costiera. L’allerta invece è arrivata da alcune persone che avevano visto la barca in difficoltà. Immediati i soccorsi attivati della Capitaneria di porto di Fiumicino. Il primo corpo è stato rinvenuto nel pomeriggio davanti alla costa di Focene, a circa 500 metri dal Lido del Carabiniere: era quello di Massimo Di Biase, comandante della turbosoffiante ed esperto marinaio appartenente a una famiglia di lupi di mare. A individuarlo tra le onde sono stati i marinai della Guardia costiera che non hanno potuto far altro che accertare il decesso.
Le ricerche sono proseguite, nonostante le condizioni meteo-marine proibitive, e dopo qualche ora, grazie anche al supporto di un elicottero dell’aeronautica militare, è stato ritrovato, sulla spiaggia di Focene, il corpo privo di vita del secondo pescatore disperso. Si trattava del giova Claudio Di Biase, figlio di Massimo e imbarcato da anni sull’unità da pesca.
L’ALLARME
Dalla terraferma diverse persone all’altezza del chiosco “40° all’ombra” si sono subito rese conto dell’imbarcazione in difficoltà tra onde alte fino a 2 metri e per tale motivo si sono subito rivolti alla sala operativa della Guardia costiera segnalando l’imbarcazione in procinto di affondare. Sotto il coordinamento della sala operativa della Guardia Costiera di Civitavecchia, in sintonia con quella di viale Traiano a Fiumicino, nel tratto di mare dove è colata a picco la “Sette Fratelli” sono state inviate la motovedetta Cp 836 della Guardia costiera, uscita dalla darsena di Fiumicino, il rimorchiatore “Ariete secondo” della Semarpo e alcune squadre di subacquei dei vigili del fuoco a bordo di gommoni.
Massimo Di Biase era molto noto tra i pescatori della cittadina marinara come esperto “vongolaro” insieme al fratello Roberto che è il comandante della turbosoffinate “Aliseo” che assiema alla “Sette Fratelli” ormeggiava abitualmente lungo il porto-canale, nel tratto riservato alla piccola pesca sulla banchina parallela al borgo Valadier di Fiumicino.
Si trattava, dunque, di persone particolarmente esperte: lupi di mare che conoscevano bene quel tratto di Tirreno e le condizioni del tempo per poter gettare il rastrello con cui catturare i frutti di mare da immettere sul mercato locale e romano. La famiglia Di Biase, infatti, è nota per la pesca anche di cannolicchi e telline. C’è sgomento e incredulità oltre che in città anche nella viva comunità dei pescatori di Fiumicino e Ostia. La cittadina marinara è quindi a lutto per la perdita dei due stimati pescatori. «Probabilmente - precisa Silvestro Girgenti, comandante della Capitaneria- si sarà trattato un evento rapidissimo».