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Alessandra Menzani 17 marzo 2024
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La tele-giornalista Cesara Buonamici, icona del Tg5, uno dei simboli di Mediaset, quest’anno si è buttata nelle vesti di opinionista in un terreno insidioso: il Grande Fratello su Canale 5. Una trasmissione che non imprigiona solo i concorrenti, ma anche il conduttore Alfonso Signorini e la sua “socia”: dura infatti da settembre, senza sosta. Finirà il 25 marzo.
Cesara, complimenti per la resistenza. Il Grande Fratello dopo sei mesi e mezzo sta per salutare. È contenta che Alfonso Signorini ha annunciato la fine?
«Tutto finisce. È stata un’esperienza lunga, ma è anche vero che era diventato un elemento presente nel ritmo della vita professionale. Ti abitui e vai avanti. Di sicuro mancherà qualcosa dopo la fine...».
Cosa ha imparato da questa esperienza? La rifarebbe?
«In fondo è un gioco ma anche un esperimento sociale, specie se uno non l’ha mai fatto. Vedi i caratteri, i comportamenti, i pregi e i difetti dei partecipanti. Impari a guardare e a capire per poter intervenire. Rifarlo? Una scelta che spetta all’azienda. Io posso solo dire di essermi trovata bene».
Lei è una giornalista di lungo corso, fondatrice del Tg5. Come hanno reagito i colleghi a questa esperienza decisamente “pop”?
«La nostra non è una categoria monolitica, con un unico parere diffuso. Favorevoli e scettici sono sempre presenti, comunque i colleghi di Mediaset mi sono stati vicini a cominciare dal direttore Mimun».
Come è cambiato, se è cambiato, il rapporto con Alfonso Signorini?
«È migliorato. Ci conoscevamo, ma collaborare assieme ha prodotto un affiatamento necessario in un programma del genere».
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La critica, come sa, non ama molto la trasmissione; giusto due giorni fa Aldo Grasso si è espresso definendolo «laboratorio dell’errore e dell’orrore». Legge le critiche? La toccano?
«Ma certo, leggo tutto, per interesse e per rispetto. Ho letto anche quelle critiche anche se ammetto di non aver ben compreso la naturadi quelle righe, ma comunque va bene cosi, anche in presenza di qualche imprecisione di informazioni».
Un concorrente che ha amato particolarmente e uno invece che non l’ ha convinta.
«Il gioco non è ancora finito e non voglio certo essere sospettata di voler spingere o affossare qualcuno. In ogni caso si tratta di valutare senza eccessi di simpatia o antipatia».
Per quanti triliardi entrerebbe nella casa del Grande Fratello?
«Ho già avuto modo di dichiarare la mia ammirazione per gli “inquilini” capaci di resistere a tanto. Io non ne sarei capace...».
La televisione è invasa da influencer che magari, in virtù dei tanti followers, passano avanti a chi ha fatto più gavetta. Pensa che dopo il caso Chiara Ferragni il fenomeno si possa sgonfiare?
«Il fenomeno è comunque agli inizi, vedremo come si svilupperà e per quanto tempo resisterà. I social li seguo ovviamente, per ragioni professionali, ma diciamo che non ne faccio parte in modo molto attivo... non si può fare tutto...».
Cosa pensa dello stato di salute dell’informazione, tra Intelligenza Artificiale e i nuovi media?
«Resiste e si adatta, le regole faranno il resto. Accade così per ogni innovazione, prima c’è il boom poi le regole».
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Partecipare al Grande Fratello l’ha messa in contatto con un pubblico diverso, più giovane, rispetto alla conduzione del tg?
«Non saprei, a me pare che quello del Gf sia un pubblico vario, per anagrafe, per presenza nella società, per cultura. È un gioco che fa concorrere esperienze umane diverse, e il suo pubblico credo che segua gli stessi criteri».
A proposito di gioco, c’è un politico o due che manderebbe in nomination per “eliminarlo” dal Parlamento?
«No, perché il Parlamento non è un gioco. Per di più nomination ed eliminazione sono compiti del pubblico o per meglio dire dell’elettore. Sarebbe divertente chiedere agli stessi parlamentari chi nominerebbero e vorrebbero fosse eliminato».