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Era accusato di avere perseguitato per nove anni, dal 2009 al 2018, con visite, messaggi e istanze varie, i dipendenti del Comune di Rosta. Per questa ragione ieri, mercoledì 16 ottobre 2024, un 69enne italiano, dirigente di una compagnia assicurativa, residente in paese è stato condannato a un anno e tre mesi di reclusione con la condizionale. Punito per molestie e atti persecutori, è stato però assolto dall'accusa di turbativa di pubblico servizio.
A scatenare il suo comportamento era stato un caso di vicinato per cui, a sua opinione, l'ente avrebbe dovuto prendere posizione: una parete di cemento, che divideva la sua proprietà da quella del suo vicino, che riteneva pericolante. Per paura di incrociarlo, una funzionaria dell'ufficio tecnico comunale (rappresentata dagli avvocati Maria Teresa Pizzo e Stefano Tizzani) aveva smesso di andare a messa la domenica e poi si era trasferita nella confinante Rivoli.
Il cittadino insistente, assistito dall'avvocato Gianluigi Marino, a cui ora spetterà se valutare di presentare un ricorso, aveva querelato anche il sindaco dell'epoca, Andrea Tragaioli (divenuto poi anche primo cittadino di Rivoli). Quest'ultimo è stato assolto da ogni accusa.
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