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Il governo fa sul serio col ritorno all’«atomo di pace», come si chiamava una volta, e la sinistra trova un motivo in più per spaccarsi. Anche se «ritorno» non è il termine giusto: l’oggetto del disegno di legge firmato dal ministro Gilberto Pichetto Fratin, con cui il parlamento è chiamato a dare all’esecutivo la «delega in materia di nucleare sostenibile», è la costruzione di reattori di terza generazione avanzata, già presenti in altri Paesi; di quelli di quarta generazione, la cui entrata in commercio è prevista dopo il 2030; e dei reattori modulari di piccola taglia (Smr), attesi anch’essi all’inizio del prossimo decennio. Con un occhio speranzoso alla fusione nucleare, che, nota il ministro dell’Ambiente, potrebbe arrivare «prestissimo, prima del 2040». Per questo il governo chiede alle Camere anche la delega per disciplinare «la ricerca, lo sviluppo e l’utilizzo dell’energia da fusione».