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Ottavia Piana, la speleologa salvata dalla grotta di Bueno Fonteno: era già rimasta bloccata un anno fa. Cosa è successo

4 giorni fa 1
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Dopo essere rimasta intrappolata nelle viscere della grotta Bueno Fonteno per quattro giorni, la speleologa bresciana Ottavia Piana, 32 anni, è stata tratta in salvo durante la notte scorsa (tra martedì e mercoledì) alle ore 2.59. L’operazione, condotta dal Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico (Cnsas), ha coinvolto circa 150 tecnici provenienti da tutto il Nord Italia e si è conclusa con successo nonostante le difficoltà logistiche e le condizioni critiche in cui versava la donna.

Salvataggio in Abisso Bueno Fonteno: decine di soccorritori all'esterno della grotta

La caduta nell’abisso

L’incidente è avvenuto sabato sera, quando Ottavia è precipitata da un’altezza di sei metri durante un’esplorazione organizzata nell’ambito del “Progetto Sebino”, un’iniziativa dedicata alla mappatura di 36 chilometri di gallerie ancora inesplorate nella grotta Bueno Fonteno, un imponente reticolo di cunicoli situato tra il lago d’Iseo e il lago di Endine. La caduta, probabilmente causata dal cedimento della roccia su cui si trovava Ottavia, l'ha lasciata immobilizzata a circa tre chilometri dall’ingresso della grotta, in una zona di difficilissimo accesso. La speleologa ha riportato fratture agli arti inferiori, al torace e al volto, rendendo necessario l’immediato intervento del Cnsas, supportato dai Vigili del Fuoco e dai carabinieri.

Da sabato sera, oltre 20 tecnici si sono alternati senza sosta all’interno della grotta per allestire un campo base riscaldato, monitorare le condizioni della donna e preparare il suo lento trasporto verso l’uscita. «La situazione era complicata sia per le condizioni cliniche sia per la conformazione del percorso. Ogni passaggio stretto doveva essere liberato e allargato per consentire il passaggio della barella», ha spiegato Corrado Camerini, medico e delegato del Soccorso Alpino lombardo.

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Il lungo salvataggio

L’operazione di recupero ha richiesto la presenza costante di speleologi esperti e personale sanitario che, tra le altre cose, ha somministrato flebo alla donna per prevenirne la disidratazione e utilizzato gel energetici per sostenerla durante i giorni di permanenza in grotta. Le difficoltà non sono mancate: il freddo intenso e l’umidità hanno aumentato i rischi per la salute di Ottavia e rallentato il lavoro dei soccorritori.

«Era fondamentale agire con cautela. Anche se possono sembrare tanti giorni, erano quelli necessari per garantire la sicurezza di tutti», ha aggiunto Camerini. L’ultimo tratto della risalita, grazie a un’attenta pianificazione e alla bonifica preventiva dei cunicoli, è stato percorso più velocemente. Una volta fuori dai tunnel, Ottavia è stata trasferita su una barella più adatta e verricellata a bordo di un elicottero, che l’ha trasportata all’ospedale di Bergamo per gli accertamenti.

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Le polemiche sul web

Nonostante il lieto fine, l’incidente ha lasciato un segno profondo nella giovane speleologa. «Non entrerò mai più in una grotta», avrebbe detto Ottavia ai medici durante i giorni di permanenza sottoterra. D'altronde, non era la prima volta che Ottavia Piana si trovava bloccata in una situazione simile. Nel luglio 2023, la speleologa era rimasta intrappolata per 52 ore nello stesso complesso sotterraneo.

Una notizia che negli ultimi giorni ha scatenato numerosi attacchi social contro la donna, accusata di essere "incapace" e "stupida" oltre che colpevole di aver sprecato fondi pubblici per farsi salvare ben due volte. Una rete sorda alla verità dei colleghi di Ottavia, che non descrivono una sciocca sprovveduta, ma un'esperta del suo settore che svolge un lavoro molto importante per l'intera comunità, portando un contributo fondamentale alla mappatura di grotte e sottosuolo, oltre all’analisi dell'ambiente e di risorse vitali come la stessa acqua che beviamo.

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