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Sui social era diventato famosissimo perché durante il periodo del Covid condivideva sulla sua pagina "Pillole di ottimismo" informazioni sulla pandemia. Paolo Spada, chirurgo vascolare della Clinica Humanitas di Rozzano, è morto nella notte tra venerdì e sabato a 56 anni. Da tempo era malato e aveva raccontato, sempre sui social, in un video-podcast chiamato "Nel segno della cura", il suo passaggio da medico a paziente.
Con la sua pagina, durante il Covid, cercava di «dare una visione ottimista della pandemia, senza dire “andrà tutto bene” ma ponendo fiducia nelle armi della scienza».
Chi era Paolo Spada
Conosciutissimo non solo a Buccinasco, dove viveva con la moglie Barbara e i figli, era diventato un punto di riferimento importante, in grado di parlare al pubblico spiegando contenuti spesso complessi, con grande semplicità. E grazie a queste sue doti, la pagina nel giro di qualche mese era arrivata quasi a 200mila follower. Tantissimi i commenti di vicinanza alla famiglia. Molti hanno ricordato le sue parole nell'ultima intervista in un incontro con i giovani medici di Humanitas.
«Abbiate cura dei pazienti, mettetevi nei loro panni, siate in grado di comunicare a loro e alle famiglie con semplicità: anche questo significa essere medici.
Bisogna trasmettere l’ottimismo, non “andrà tutto bene”, ma l’ottimismo di credere in ciò che facciamo, nella scienza e nella nostra professione. Seguite le vostre ambizioni, con tutte le potenzialità che avete. Non abbiate paura, osate. Se qualcosa vi piace, buttatevi. Non siate passivi e non vi fate bloccare dalla paura, anche quando bisogna solo resistere. Viviamo un battito di ciglia: date un significato al percorso della vita».