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Papa Francesco ai cardinali del Collegio: «Ridurre i costi e adottare sinergie finanziarie, il Vaticano è al verde»

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Il Vaticano è in bolletta, da tempo sta facendo fronte ad una situazione critica che ha portato al contenimento dei costi, al taglio delle spese superflue, a politiche finanziarie unitarie. Cosa che ha sollevato parecchi mugugni e perplessità. Papa Francesco - con una lettera inedita - ha informato i cardinali del Collegio Cardinalizio che la musica è definitivamente cambiata e che ora si aspetta da tutti un cambio di passo. Nel testo diffuso dal Vaticano parla del processo di trasformazione in atto, che va avanti nonostante le difficoltà e di un certo immobilismo.

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I tagli (e le reazioni)

Secondo quanto risulta al Messaggero proprio il fatto di avere uniformato le procedure di spesa e di gestione - che ora sono nelle mani della potentissima sezione economica guidata da Maximino Caballero Ledo, un laico spagnolo, esperto di finanza, chiamato alcuni anni fa a gestire il patrimonio della Santa Sede  introducendo metodi unitari -  hanno sollevato parecchi mugugni tra i titolari dei dicasteri.

Molte realtà, anche ben amministrate, si sono viste sottrarre le proprie risorse che nel frattempo sono confluite in un unico fondo sottoposto ad una gestione di esperti (il Comitato per gli investimenti della Santa Sede). L'obiettivo naturalmente è di avere sotto controllo il patrimonio ed ottimizzare gli investimenti secondo criteri etici. Dicasteri, fondazioni, pontifici consigli si sono però visti sfilare da sotto il naso i propri portafogli e gli accantonamenti fatti negli anni dagli enti. 

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Il messaggio di Papa Francesco

Francesco nella lettera ai cardinali chiede collaborazione ed «acquisire una maggiore coscienza del fatto che le risorse economiche al servizio della missione sono limitate e vanno gestite con rigore e serietà perché gli sforzi di quanti hanno contribuito al patrimonio della Santa Sede non siano dispersi. Per queste ragioni, è doveroso ora uno sforzo ulteriore da parte di tutti affinché un deficit zero” non sia solo un obiettivo teorico, ma una meta effettivamente realizzabile. La riforma ha posto le basi per l’attuazione di politiche etiche che consentano di migliorare il rendimento economico del patrimonio esistente». 

Il Papa, in un altro passaggio, insiste a che i cardinali siano generosi per sopperire alle esigenze del momento, agendo come si fa in una famiglia, quando uno dei membri è in difficoltà. «A ciò si accompagna l’esigenza che ciascuna Istituzione si adoperi per reperire risorse esterne per la propria missione, facendosi esempio di una gestione trasparente e responsabile al servizio della Chiesa. Sul versante della riduzione dei costi, occorre dare un esempio concreto affinché il nostro servizio sia realizzato con spirito di essenzialità, evitando il superfluo e selezionando bene le nostre priorità, favorendo la collaborazione reciproca e le sinergie». 

E di seguito Papa Bergoglio aggiunge: «Le Istituzioni della Santa Sede hanno molto da imparare dalla solidarietà delle buone famiglie. Così come in queste famiglie coloro che godono di una buona situazione economica vengono in aiuto dei membri più bisognosi, gli Enti che registrano un avanzo dovrebbero contribuire a coprire il deficit generale. Questo significa avere cura del bene della nostra comunità, agendo con generosità, nel senso evangelico del termine, come presupposto indispensabile per chiedere generosità anche all’esterno».

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