Home SignIn/Join Blogs Forums Market Messages Contact Us

Papa Francesco cosa fa? Si consulta con Parolin e Pena Parra, firma decreti, blinda suor Petrini e guarda avanti

4 ore fa 1
ARTICLE AD BOX

Finora dal peggio pare si sia salvato grazie alla sua fibra d'acciaio e al cuore che resta fortissimo. Papa Francesco - al dodicesimo giorno di ricovero al Gemelli - non ha avuto più crisi respiratorie, «ha riposato bene, tutta la notte», l'insufficienza renale riscontrata «non desta preoccupazione» e guarda avanti. Ha fatto sapere di volere convocare presto un concistoro in Vaticano per i nuovi santi da canonizzare nel 2025, ha firmato diversi decreti e ha modificato alcune leggi fondamentali per dare più poteri alla Governatrice dello Stato del Vaticano, suor Raffaella Petrini, la prima donna governatrice. 

Pedro Opeka, l’amico missionario di Papa Francesco tra i poveri dell’Africa: «Nel Sud del Mondo è un santo, confidiamo in un miracolo»

QUADRO CLINICO

Nonostante il suo quadro clinico sia considerato dai medici ancora critico, è trapelato che ieri Bergoglio ha ricevuto il numero due e il numero tre del Vaticano, rispettivamente il Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin e il Sostituto, monsignor Pena Parra. Oltre ad essere stato un saluto d'affetto, quella mini riunione al decimo piano del Gemelli si è presumibilmente trasformata in un prezioso scambio di informazioni e documenti. Il Sostituto del resto non vedeva il Pontefice dal giorno del suo ricovero anche se normalmente, in condizioni ordinarie - essendo una figura di collegamento - dovrebbe incontrare il Papa ogni pomeriggio.

Papa Francesco, Turisti, tifosi, fedeli in piazza San Pietro: «Le nostre preghiere per Bergoglio»

DECRETI

Tra i decreti firmati ci sono una serie di canonizzazioni e beatificazioni. Compreso la beatificazione di Salvo D'Acquisto. Francesco sembra guardare avanti e ha fatto pure sapere la sua ferma intenzione di convocare un Concistoro dei cardinali per far avanzare le prossime canonizzazioni e fissare le relative date. Ieri il Pontefice ha così autorizzato il Dicastero delle Cause dei Santi a promulgare i decreti riguardanti futuri beati e venerabili, in base ai voti favorevoli dell'ultima Sessione Ordinaria dei Cardinali e Vescovi membri del Dicastero per la canonizzazione del Beato Giuseppe Gregorio Hernández Cisneros, fedele laico, nato a Isnotu (Venezuela) nel 1864 e morto a Caracas (Venezuela) nel 1919, e del Beato Bartolo Longo, fedele laico, nato a Latiano (Italia) nel 1841 e morto a Pompei nel 1926.

Inoltre ha deciso di convocare un Concistoro che riguarderà le prossime canonizzazioni. Questi santi si vanno ad aggiungere ai due santi già programmati per il 2025, Carlo Acutis e Pier Carlo Frassati. 

Nel frattempo ha nominato cinque nuovi vescovi (in Brasile e in Canada) e promosso segretari generali del Governatorato due sacerdoti di sua fiducia, don Emilio Nappa (proveniente dall'ex Propaganda Fide) e l'avvocato Giuseppe Puglisi-Alibrandi, finora Vice-Segretario Generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. 

In vista della Quaresima il Papa ha pure pubblicato il testo che aveva preparato il mese scorso. Si tratta di un nuovo appello alla Chiesa perché cammini «insieme». Scrive: «facciamo questo viaggio insieme. Camminare insieme, essere sinodali, questa è la vocazione della Chiesa. I cristiani sono chiamati a fare strada insieme, mai come viaggiatori solitari». «Camminare insieme significa essere tessitori di unità, a partire dalla comune dignità di figli di Dio; significa procedere fianco a fianco, senza calpestare o sopraffare l'altro, senza covare invidia o ipocrisia, senza lasciare che qualcuno rimanga indietro o si senta escluso. Andiamo nella stessa direzione, verso la stessa meta, ascoltandoci gli uni gli altri con amore e pazienza».

Quindi, prosegue il Papa, «in questa Quaresima, Dio ci chiede di verificare se nella nostra vita, nelle nostre famiglie, nei luoghi in cui lavoriamo, nelle comunità parrocchiali o religiose, siamo capaci di camminare con gli altri, di ascoltare, di vincere la tentazione di arroccarci nella nostra autoreferenzialità e di badare soltanto ai nostri bisogni. Chiediamoci davanti al Signore se siamo in grado di lavorare insieme come vescovi, presbiteri, consacrati e laici, al servizio del Regno di Dio; se abbiamo un atteggiamento di accoglienza, con gesti concreti, verso coloro che si avvicinano a noi e a quanti sono lontani; se facciamo sentire le persone parte della comunità o se le teniamo ai margini»

Leggi tutto l articolo