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Papa Francesco e l'Imam, la potente foto della loro lotta comune per la pace. Ma 7 terroristi sono stati arrestati in Indonesia

1 settimana fa 3
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Una delle immagini iconiche del pontificato, stavolta scattata durante il viaggio in Asia di Francesco, è il bacio alle mani dell'Imam di Giacarta ricambiato da quest'ultimo con un analogo gesto di affetto. Quegli scatti simbolici che hanno subito fatto il giro del mondo riassumono bene la direzione impressa dal Papa al dialogo con l'Islam, avviato certamente dai suoi predecessori ma enormemente accelerato con una serie di passaggi non scontati, nè sul piano culturale nè su quello diplomatico o protocollare. Negli anni scorsi, per esempio, c'è stato l'abbraccio con Al Tayyeb, l'Imam del Cairo che ormai chiama fratello e con il quale si sente spesso, o l'incontro con Al Sistani, il leader sciita incontrato in Iraq. Per Francesco la sfida comune è quella di abbattere i pregiudizi e isolare l'Islam radicale, purtroppo infettato da correnti estreme, violente, in cui prevale solo l'odio cieco e il male.

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MINACCE

Una volta lasciata Giacarta per dirigersi in Oceania l'Unità antiterrorismo indonesiana ha diramato una notizia di non poco conto. Un presunto terrorista aveva postato su Tiktok un proclama in cui annunciava la volontà di uccidere il Papa.

Un altro ancora (conosciuto per avere reso pubblico dieci anni fa il giuramento di unirsi all'Isis) aveva invece pubblicato i piani per abbattere Francesco. Ben sette persone tutte sospettate di terrorismo sono state arrestate per aver diramato minacce di morte. Il portavoce del distaccamento speciale della polizia nazionale, Aswin Siregar, ha confermato ai media indonesiani che gli arresti sono stati effettuati tra il 2 e il 5 settembre proprio quando Francesco, nel suo programma, stava visitando la più grande moschea per  firmare un documento di fratellanza e amicizia con il grande Imam. In passato questo paese a maggioranza islamica era stato segnato da una sequela di orribili sanguinosi attacchi terroristici, molti dei quali firmati da Al Qaeda contro chiese cattoliche.

Il testo della dichiarazione congiunta firmata dal Papa a Giacarta, a differenza di quella che aveva già siglato negli Emirati Arabi nel 2019 con l'Imam del Cairo,  stavolta si presenta privo di qualsiasi riferimento diretto al terrorismo. Quella parola è sparita. Si parla genericamente del fenomeno ma senza mai connotarlo. Con ogni probabilità una scelta meditata per non mettere in difficoltà gli sforzi dell'Indonesia che da vent'anni sta combattendo una lotta senza quartiere per estirpare il radicalismo. Cosa ovviamente non facile in una nazione che comprende un vastissimo territorio con oltre 17 mila isole. Il portavoce della polizia ha anche aggiunto che le minacce era concrete e includevano un piano per interrompere i protocolli di sicurezza e commettere attentati suicidi. Un uomo annunciava di essere prossimo a farsi esplodere. «Mi farò saltare in aria». 

PROGRAMMA

Per la seconda volta del suo pontificato, Francesco ha firmato con l'Islam, un accordo che impegna la Chiesa con le autorità musulmane a lavorare assieme per costruire una "solidarietà fraterna" contro la "cultura della violenza" e per la salvaguardia del pianeta. 

Il magistero di Francesco sin dai primi giorni del pontificato si è concentrato sul ruolo della religione per la costruzione di società più coese e solidali, individuando nell'Islam un interlocutore importante sul piano progettuale, per difendere la vita umana, l'estrema povertà, la famiglia, il creato e per rifiutare  qualsiasi strumentalizzazione volta a fomentare l’odio, la divisione o la discriminazione. Per questo si è sempre mostrato stato restio a non associare alla parola terrorismo  l'aggettivo “islamico” preferendo parlare e condannare solo il fenomeno in sé, per enfatizzare che l'Islam in sè non a nulla a che vedere con l'odio diffuso dal salafiti o dagli estremisti che seminano morte.

In questo modo Francesco vuole rafforzare ancora di più la politica di collaborazione tesa a non scavare fossati o mettere barriere per far sì che le religioni contribuiscano al bene comune richiamando ad un impegno per la causa della pace, camminando fianco a fianco da fratelli. Non a caso una delle immagini iconiche che resteranno è proprio quella con l'Imam in piedi accanto a lui, entrambi vestiti di bianco, mentre si avvicina e lo sfiora con le labbra sulla testa. Un gesto carico di stima e affetto, oltre ogni schema, capace di trasmettere più di ogni documento. 

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