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Il pacco con tutto il materiale sessualmente esplicito lasciato all’amante del marito. Ieri il patteggiamento. Davanti al Gup la storia di una 63enne imputata per il reato di diffusione illecita di contenuti sessualmente espliciti. La donna, alla morte del marito, ha trovato una scatola che si è rivelata un vaso di pandora. Lì dentro non solo c’erano le prove del tradimento, ma molto e molto di più. All’interno c’erano foto, negativi fotografici e supporti multimediali. Da qui sono spuntati fuori dei video dei rapporti intimi con tanto di lingerie dell’amante e altri oggetti utilizzati per le loro fughe d’amore. Tutto conservato e nascosto, ma che doveva rimanere segreto. La donna ha pensato di lanciare più di un messaggio alla sua rivale in amore e farle “riavere” qualcosa che era suo. Un modo per farle capire che aveva scoperto tutto. Tanto che è accusata quindi di aver stampato alcune fotografie, averle messe in una busta e consegnate in maniera anonima sul luogo di lavoro dell’amante.
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La sorpresa
Il nome della destinataria era ben in evidenza e quando ha visto il contenuto, ha fatto partire immediatamente la denuncia perché quelle immagini osé dovevano rimanere private, ma soprattutto pensava che tutto fosse stato cancellato. Le indagini hanno fatto il loro corso fino all’imputazione della signora per il reato di diffusione di materiale fotografico a contenuto sessualmente esplicito. La donna, difesa all’avvocatessa Pia Perricci, ieri ha patteggiato la pena a 6 mesi e 6 giorni con una multa di circa 2000 euro. Il legale Perricci sottolinea: «Occorre precisare, senza voler giustificare il comportamento avuto dalla mia assistita, che la medesima solo successivamente alla morte repentina del marito, ha scoperto casualmente all’interno della propria abitazione, ben nascosti, dei video di rapporti che ritraevano il marito con la sua amante, oltre a dei sex toys ed indumenti intimi indossati durante tali rapporti.
La prova che cercava
Successivamente è venuta a conoscenza della lunga relazione extraconiugale avuta dal congiunto con la donna in questione. Ovviamente tale scoperta le ha causato un dolore profondissimo oltre che delusione e rabbia. Presa dall’impeto ha consegnato tutta l’oggettistica alla donna in questione ma non era certamente nelle sue intenzioni farle del male, al punto tale che immediatamente ha richiesto di chiudere questa triste vicenda con un patteggiamento facendosi aiutare con un supporto psicologico per affrontare non solo il dolore del lutto, ma anche quello del tradimento. Sicuramente, la legge e la giustizia non hanno e non devono avere sentimenti ma, siamo in presenza di una donna distrutta e ferita che ha posto fine immediatamente ai suoi comportamenti, comprendendo che l’unico responsabile del tradimento era il marito defunto».